Caring School, corso di formazione per progettare nuove reti di cura

di Arnaldo Casali 

Cooperative capaci di cambiare il volto di quartieri disagiati, condomini solidali, mutua assistenza tra studenti e anziani, progetti per il ripopolamento e la valorizzazione di piccoli borghi, e ancora inter servizi dedicati ad assistenza domiciliare e servizi socio sanitari.

Sono alcuni dei temi affrontati dalla Caring School promossa dall’Istituto Giovanni Paolo II in collaborazione con gli uffici per la pastorale della famiglia e per i problemi sociali e lavoro della Conferenza Episcopale Italiana e la Caritas diocesana di Roma: sei appuntamenti mensili da novembre a maggio pensati in particolare per gli operatori e i responsabili dei servizi sociali e socio-sanitari, dirigenti delle associazioni professionali e di categoria, volontari della Caritas e di altre realtà del terzo settore e dell’associazionismo orientato ai servizi di prossimità, ma anche amministratori locali e consulenti nel campo delle politiche sociali.

“L’obiettivo della Caring school è intercettare il bisogno di formazione e di aggiornamento dei professionisti che si occupano delle pratiche della cura” spiega Vincenzo Rosito, coordinatore scientifico del progetto insieme a Pier Davide Guenzi e Milena Santerini.

Il corso prende le mosse da un’idea ampia di cura, non solo sotto il profilo socio-sanitario, ma anche per quanto riguarda l’innovazione sociale: “Pensiamo, ad esempio, al co-housing o al condominio solidale” spiega Rosito: “Si tratta di pratiche di condivisione dell’abitazione, sotto varie forme. Ci sono, ad esempio, formule intergenerazionali, in cui si mettono insieme anziani e studenti con reciproco aiuto. In generale, si trasforma l’idea tradizionale del convivere trasformando le stesse città”.

La Caring School punterà quindi i riflettori su laboratori di innovazione sociale dove si sperimentano formule nuove, affiancando alla parte teorica la presentazione di esperienze concrete, come quella di padre Antonio Loffredo, che nel rione Sanità di Napoli ha dato vita ad un modello di autosviluppo con un laboratorio sociale capace di cambiare il volto di uno dei quartieri più disagiati della città.

“Parleremo anche di esperienze attuate in piccoli comuni per la valorizzazione di contesti rurali, facendo fronte al problema dello spopolamento e di rigenerazione di servizi come case di riposo, case famiglia e assistenza domiciliare. E ancora: ascolteremo l’esperienza delle comunità di famiglie”. “Siamo convinti – conclude Rosito – che la cura è un modo per trasformare il mondo”.

Il corso si aprirà il 19 novembre 2022 e proseguirà fino al 15 aprile 2023, con sei appuntamenti mensili che si svolgeranno il sabato dalle 9.30 alle 17.30, con la possibilità di partecipare sia in presenza che online. Per iscrizioni e maggiori informazioni si può consultare il sito www.istitutogp2.it

(da Avvenire del 5 agosto 2022)


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