Visita al Tribunale della Rota romana

L’Istituto accademico del Vaticano dove viene studiata e sviluppata la teologia del Matrimonio e della Famiglia in visita nel Tribunale dove il Vaticano stesso studia e decreta la validità di un matrimonio.

Mercoledì 10 aprile 2024 gli studenti, il personale e i docenti dell’Istituto Giovanni Paolo II hanno visitato in Tribunale della Rota Romana.

“La visita – spiega Orietta Grazioli, docente di Diritto canonico e comparato della famiglia nello stesso Istituto – si colloca nell’ambito del progetto di conoscenza delle Istituzioni ecclesiali romane, espressioni della Chiesa universale”.

La comunità accademica ha visitato il Tribunale apostolico della Rota Romana, sito nello splendido palazzo della Cancelleria e ha potuto apprezzarne la storia e le bellezze artistiche e architettoniche. Il Difensore del Vincolo, monsignor Francesco Ibba, che ha accolto i partecipanti, ha spiegato le funzioni del Tribunale, le cause affrontate e i motivi più ricorrenti, concentrandosi sulle cause matrimoniali e la loro procedura, accompagnando il gruppo attraverso uffici e aule di udienza.

“Particolarmente interessante – aggiunge Grazioli – è stato vedere che la vocazione universale della Rota è rispecchiata nella composizione internazionale del Tribunale, come accade anche in tutte le componenti dell’Istituto”.

La mattinata si è conclusa con la recita del Regina Coeli, presieduta dal vescovo Arellano Cedillo, Decano della Rota, che ha invitato l’Istituto a continuare lo studio interdisciplinare dei temi del matrimonio e della famiglia, a beneficio del servizio a favore dei temi matrimoniali che la Rota offre amministrando la giustizia.

“È stata un’occasione unica – commenta don Botros Habib – una visita educativa e culturale che mi è piaciuta molto, perché è importante conoscere questo luogo. Ed è stato un momento importante di aggregazione della comunità accademica. Sono profondamente grato all’Istituto per questa iniziativa”.

Fondato nel 1331 da papa Giovanni XXII, il Tribunale della Rota Romana vanta una lunga e ricca storia, servendo come custode della dottrina e della disciplina della Chiesa in tutto il mondo, con precedenti ben anteriori, risalenti a papa Damaso nel IV secolo.

“Durante la visita – racconta Crispim Guimares – abbiamo potuto conoscere i diversi servizi offerti dal Tribunale alla Chiesa e come questi si sviluppano al suo interno, comprendendo le connessioni con le diocesi di tutto il mondo, con particolare riguardo alla Giustizia Matrimoniale, alla Giustizia Amministrativa e all’interpretazione della Legge. Il Tribunale svolge un ruolo cruciale nell’interpretazione e nell’applicazione del diritto canonico”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Sono rimasto sorpreso – aggiunge Crispim – dalla struttura del Tribunale, composta da giudici esperti, noti come Prelati della Rota, nominati dal Papa. Tra i membri figurano cardinali, vescovi e altri chierici con profonda conoscenza del diritto canonico e comprovata esperienza nei processi ecclesiastici. La presidenza è affidata a un Decano, nominato dal Papa per un mandato di cinque anni”.

Il Tribunale riceve casi che hanno già attraversato due istanze, pertanto è estremamente rigoroso nelle sue valutazioni e sentenze, esaminando attentamente tutte le prove e gli argomenti prima di deliberare una decisione finale.

“E stato emozionante, dopo aver percorso lo Scalone d’Onore, raggiungere il piano nobile del Palazzo della Cancelleria che, oltre alla Rota Romana accoglie la Segnatura apostolica e la Penitenzieria Apostolica” racconta Elena Montani.

 

 

 

 

 

 

 

“Siamo entrati in un ampio salone: la Sala Riaria. In questo ambiente ha luogo un esame molto particolare.
Infatti, chi desidera seguire il percorso di studi per diventare avvocato rotale, deve affrontare un percorso lungo e impegnativo: deve conseguire la laurea in Giurisprudenza civile, poi occorrono tre anni di corso di Licenza in Diritto canonico presso una Università pontificia. Concluso questo ciclo, ci vogliono altri tre anni per conseguire il Dottorato in Diritto Canonico, sempre presso una Università pontificia e poi, ancora tre anni di studio rotale presso il Tribunale della Rota romana. Nel corso di questi tre anni si parla, si legge e si scrive in latino! Dulcis in fundo arriva l’esame che si svolge in questo meraviglioso salone. Il tempo necessario per sostenere l’esame è di dodici ore, dalle ore 9 alle ore 21! Gli avvocati rotali in tutto il mondo sono più di duecento”.

Dopo la sosta del salone, racconta Elena, “siamo entrati in un un altro salone affascinante, noto per il grandissimo affresco che Giorgio Vasari realizzò in soli 100 giorni, rispettando la richiesta di un committente che aveva previsto di usarlo per un imminente matrimonio: un capolavoro che osanna le imprese dell’anziano Paolo III (1468/1549) appartenente alla ricca, colta e potente famiglia dei Farnese”. “In questo salone – conclude Elena – ci è stato raccontato un simpatico aneddoto: si narra, infatti, che il Vasari si vantò con Michelangelo Buonarroti della velocità con cui aveva eseguito l’opera e questi gli rispose: “Si vede!”.

“La visita – riprende Crispim – mi ha permesso di comprendere ancora di più il ruolo importante che il Tribunale della Rota Romana svolge nella Chiesa Cattolica, contribuendo all’unità, alla coesione e al buon funzionamento della Chiesa, oltre a fornire un orientamento ai fedeli e alle istituzioni ecclesiastiche di tutto il mondo. È stata un’esperienza ricca e illuminante, che mi ha permesso di conoscere un luogo fisico ed ecclesiastico di grande importanza per il tema della famiglia, centrale per l’obiettivo dell’Istituto Giovanni Paolo II”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LE FOTO DI STEPHAN KAMPOWSKI