Una rinnovata sapienza cristiana del matrimonio
“Una rinnovata sapienza cristiana del matrimonio e della famiglia, armonizzata con la visione teologale della fede, deve essere più esplicitamente articolata con l’intelligenza etico-pratica complessiva della forma credente. Una vera e propria teologia della condizione teorica più idonea, fra quelle disponibili, all’elaborazione e all’argomentazione più efficaci per la trasmissione di un sapere della fede più solido, realistico, incisivo”
Lo scrive Pierangelo Sequeri nell’intervento pubblicato nel nuovo numero di Anthropotes, la rivista ufficiale del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia.
Il numero unico del 2020 raccoglie contributi – tra gli altri – del cardinale Pietro Parolin, Cesare Pagazzi, Vincenzo Rosito, Giovanni Salmeri, e ancora Quinzi, Sonnet, Gisel, Akhoa, Catozzella, Perez-Soba, Gotia.
“La specializzazione dell’Istituto – scrive ancora Sequeri – ne fa un unicum fra le istituzioni di alti studi della Chiesa cattolica, costituendo un centro di elezione per l’approfondimento, l’aggiornamento della riflessione teologico-pastorale e antropologico-culturale su un tema di indiscutibile centralità per il ministero della fede nell’epoca contemporanea. La costituzione pontificia dell’Istituto mette in evidenza un titolo di servizio e di rappresentanza che gli assegna una particolare responsabilità di cooperazione con il ministero petrino, soprattutto in ordine all’armonizzazione della sapienza cristiana della fede e della missione evangelizzatrice della Chiesa”.
“Una prima fondazione dell’Istituto – scrive ancora Sequeri – per volontà del papa Giovanni Paolo II, ha dato forma e contenuto alla lungimirante intuizione di un centro di studio dedicato al matrimonio e alla famiglia. La seconda fondazione, ad opera del papa Francesco, mentre raccoglie l’eredità non certo esaurita di quella prima stagione, indirizza l’Istituto verso un più aggiornato profilo accademico e un più incisivo orientamento pastorale”.
Tra i temi affrontati in questo numero, “Tra differenza e reciprocità: alcune risonanze bibliche”, “Le istituzioni familiari tra affetti, linguaggi” e “Il perdono come “rinascita” nella vita di coppia alla luce della parabola del Padre”.
“Le dinamiche dell’affettività vanno considerate come parti integranti del profilo dell’atto di fede” scrive il vicepreside Gilfredo Marengo nell’editoriale della rivista: “Prescindere da esse, infatti, produce uno sguardo parziale al soggetto di tale atto e, contemporaneamente, corre il pericolo di velare il volto agapico dell’agire salvifico del Dio a cui la fede si rivolge”.
“In questa prospettiva – continua Marengo – si pongono le condizioni per sciogliere una polarità che, da sempre, ha complicato i modi con cui la riflessione ecclesiale si è fatta carico del matrimonio e della famiglia: l’articolazione tra umano e cristiano. L’operatività di un tale impianto ha prodotto, nel lungo periodo, l’impaccio a elaborare una convincente teologia del sacramento del matrimonio che, almeno fino alla stagione del Vaticano II, è stata ampiamente deficitaria. Essa è stata dominata dall’inseparabilità tra contratto e sacramento coniugata con la cosiddetta elevazione del patto matrimoniale tra battezzati alla dignità di sacramento. Non è casuale che in questo ambito sia stato del tutto ignorato il posto dell’esperienza dell’amore nella relazione coniugale che si affaccia per la prima volta proprio in Gaudium et spes, nella cui scia si è poi collocato il magistero di Giovanni Paolo II”.
Leggi l’editoriale di Gilfredo Marengo
Leggi l’introduzione di Pierangelo Sequeri
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