Adriano Bordignon nuovo presidente del Forum delle associazioni familiari

È un ex studente dell’Istituto Jp2 il nuovo presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari. Adriano Bordignon è stato eletto sabato 18 marzo a Roma dall’Assemblea, che ha scelto anche le due vicepresidenti, Cristina Riccardi di AiBi e Pinella Crimì del Forum della Sicilia.

Bordignon succede a Gigi De Palo che ha guidato il Forum per due mandati, dal 2015 a oggi.

Il Forum delle Associazioni Familiari, nato nel 1992 con l’obiettivo di portare all’attenzione del dibattito culturale, politico e legislativo italiano la famiglia come soggetto sociale, rappresenta la più vasta rete di rappresentanza delle associazioni familiari a livello nazionale. Attualmente raggruppa 50 realtà di livello nazionale e 19 Forum regionali, a loro volta composti da Forum locali e oltre 500 associazioni.

Bordignon, 46 anni, sposato e padre di tre figli, da aprile 2021 ha ricoperto la carica di Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto.  Laureato in Scienze Giuridiche a Ferrara, con un Master triennale in Scienze della coppia e della famiglia conseguito all’Istituto Giovanni Paolo II , Bordignon da quasi 20 anni si occupa anche di pastorale familiare assieme alla moglie Margherita al Centro della Famiglia di Treviso, impegnandosi nello sviluppo delle politiche familiari a livello provinciale e regionale

Come ha osservato il neoeletto presidente: «La variabile famiglia è determinante e impatta su economia, welfare, civismo e partecipazione, educazione e relazioni. Se vince la famiglia vince l’Italia. Oggi – ha aggiunto – raccogliamo questo testimone e metteremo tutte le nostre energie e competenze per lasciare un segno nella vita delle persone e della società civile. Riforma fiscale coerente con i carichi familiari, potenziamento dell’Assegno Unico, incremento dei servizi per la prima infanzia, politiche per il lavoro femminile, giovanile e per la conciliazione sono nodi da affrontare con urgenza per invertire il terribile inverno demografico che ci sta investendo».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’INTERVISTA di Matteo Marcelli

Presidente Bordignon, non l’aspetta un compito facile.

“Certamente no, è una sfida impegnativa, ma anche stimolante e siamo contenti di portarla avanti. C’è tanto da fare, la strada è in salita, ma abbiamo un corpo sociale che è vivo e una nuova squadra pronta a portare avanti il lavoro intrapreso da chi ci ha preceduto”.

Quali battaglie considera prioritarie per il suo mandato?

“Ce ne è innanzi tutto una di carattere culturale, che prende le mosse dal fatto che nella cultura dei nostri politici e amministratori la famiglia arriva all’attenzione come luogo dei problemi. Invece è vero l’opposto: le politiche familiari sono politiche capacitanti e permettono ai nuclei di essere un soggetto protagonista nel Paese. D’altronde sappiamo che le relazioni di prossimità, il civismo, la solidarietà, ma anche l’imprenditoria, nascono in famiglia. Lo stesso welfare è largamente integrato dalla solidarietà intergenerazionale della famiglia”.

Ha in mente anche obiettivi specifici?

“Innanzi tutto il contrasto alla denatalità che è la cartina di tornasole del fatto che ci si è dimenticati della famiglia (a differenza di altri Paesi europei). Abbiamo bisogno di dare speranza e strumenti alle famiglie per poter progettare la loro vita. Se chiede ai giovani quanti figli vorrebbero, la media delle risposte è «più di due», ma la realtà dei fatti ci porta ad avere uno spread di un punto percentuale rispetto agli altri. Poi c’è la questione dell’assegno unico, che è stato un grande passo ma va potenziato e reso più semplice. Infine va ridotto l’impatto negativo dell’Isee”.

Che giudizio dà del governo attuale?

“Il tempo avuto a disposizione è poco. Sono state fatte delle misure che vanno nella direzione giusta, qualche risorsa dell’assegno unico implementata per le famiglie numerose e qualcosa sui permessi di paternità. Poi alcune variazioni dell’Iva sui prodotti per l’infanzia. Dobbiamo però cominciare fin da oggi a lavorare in previsione della prossima finanziaria, perché siano aumentate stabilmente di sei, sette miliardi le risorse per l’assegno. Infine serve anche la riforma dell’Isee, un parametro ormai considerato inadeguato anche da tutte le forze politiche”.

Che ne pensa della legge delega per la riforma fiscale?

“A nostro avviso il Fisco oggi è iniquo perché non considera i carichi familiari. In Francia e in Germania hanno altri modelli che, favorendo chi ha figli, generano nuova natalità. Posto che dovremo aspettare i decreti attuativi, nella delega c’è un piccolo segnale quando si fa riferimento alla composizione dei nuclei e all’equità orizzontale per l’Irpef. Due principi che devono riguardare tutto il sistema fiscale”.

Come far capire alla politica l’importanza delle famiglie in un Paese sempre meno family friendly?

“I nodi stanno venendo al pettine. Abbiamo un sistema che sta vivendo una crisi di denatalità cronica. In numerose parti d’Italia cominciano a chiudere sezioni o addirittura scuole intere e quando questo accade nelle zone periferiche e interne comporta anche lo spostamento della popolazione. Stiamo continuando a lavorare in emergenza, con piccole toppe, senza andare alla radice del problema”.

E invece quale contributo sono chiamate a dare le famiglie alla politica?

“Credo che l’associazionismo familiare sia una grande opportunità in un momento in cui la disaffezione politica è evidente. Le famiglie possono riappropriarsi di uno spazio di impegno da presidiare. Non per se stesse ma perché possa tornare a essere bello nascere, crescere e diventare anziani in questo Paese”.

(da Avvenire del 19 marzo 2023)