Il valore della tradizione «eredità che promuove»

di Roberta Pumpo

«Per spiegare la tradizione spesso si utilizza la categoria dell’eredità, il gesto con il quale una generazione precedente lascia qualcosa a quella successiva in modo che questa possa godere di quanto non ha preparato con le sue mani. Anche la Chiesa dona beni dottrinali prodotti dalle generazioni ecclesiali precedenti. La tradizione, come insegna Papa Francesco, non può trasformare qualcosa di vitale in un museo». Lo ha sottolineato don Giovanni Cesare Pagazzi, direttore scientifico del convegno “Tradizione: l’eredità che promuove”, svoltosi martedì al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. La giornata di studio, organizzata dallo stesso Istituto in collaborazione con la diocesi di Roma e con il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, rientra nell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”, inaugurato da Papa Francesco il 19 marzo 2021, in occasione del quinto anniversario della promulgazione dell’esortazione apostolica, che si chiuderà il 26 giugno prossimo a Roma, in concomitanza con il X Incontro mondiale delle famiglie. Finalità del convegno, ha concluso il teologo, è quello di «rispondere alle critiche che sono state mosse ad Amoris Laetitia, interpretato solo come un documento dedicato alla famiglia. La portata dell’esortazione apostolica è molto più ampia». La logica della tradizione come crescita è intrinseca nella storia dell’Istituto, ha osservato il Gran cancelliere Vincenzo Paglia. «Lo si vede chiaramente nel nuovo piano di studi – ha spiegato -. È davanti a noi la ricchezza di pensiero e di prospettive. L’Istituto deve avere l’ambizione di arricchire ancora la sua offerta formativa e la sua produzione culturale». Il preside del Giovanni Paolo II Philippe Bordeyne si è soffermato sull’educazione e la cura dei figli: «Spesso è assumendo il proprio dovere di iniziare i figli alla preghiera che i genitori ne reimparano la semplicità e la regolarità. Reimparano la magnanimità quando accolgono un figlio che chiede perdono dopo un errore, o il coraggio quando il loro figlio, affetto da un handicap o da una difficoltà particolare, mostra tenacia nel superare questa prova». Riattivare l’alleanza tra nucleo familiare e comunità cristiana «non è impossibile», ha specificato Pierangelo Sequeri, direttore della Cattedra Gaudium et spes. «La restituzione della fede alla quotidiana esperienza dell’amore di Dio è ormai una questione d’onore per la Chiesa, che deve rinsaldare i legami. Una questione d’onore che l’Istituto Teologico Giovanni Paolo II può e deve raccogliere».

(da Avvenire di domenica 10 aprile 2022)