“La Chiesa deve uscire dal suo recinto e aprirsi al mondo”

di Arnaldo Casali

La fraternità deve ancora accadere; lo dimostrano le guerre fratricide che si stanno consumando. E la teologia deve fare in modo che accada, uscendo dal suo cortile e aprendosi al mondo.

Questi i presupposti con cui nasce Iniziare dai molti. Orizzonti del pensiero fraterno, libro promosso dalla Pontificia Accademia per la vita e pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana.

Curato da Pierangelo Sequeri, direttore della Cattedra Gaudium et Spes all’Istituto Giovanni Paolo II, il volume raccoglie i saggi di dieci teologi e docenti universitari ed è stato presentato nel corso di un incontro moderato da Andrea Monda, che ha visto la partecipazione del cardinale Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente dei vescovi dell’Unione Europea, Vincenzo Paglia (Presidente della Pontificia Accademia per la vita e Gran Cancelliere dell’Istituto Jp2), l’economista Mariana Mazzucato e lo stesso Sequeri.

Il direttore dell’Osservatore Romano indica tre espressioni chiave: “Chiesa in uscita”, “Fratelli tutti” e “Sinodalità”: “Il lavoro che stanno facendo l’Accademia per la vita e l’Istituto Giovanni Paolo II è proprio quello di coniugare insieme queste  espressioni, che rappresentano al tempo stesso la meta e il cammino, l’orizzonte ma anche lo stile: Uscire, riconoscersi fratelli e camminare insieme”.

Mariana Mazzuccato stigmatizza il tradimento che l’economia ha compiuto verso sé stessa e il fatto che il Papa sia l’unico ad occuparsene seriamente: “Francesco è radicale perché va alla radice dei problemi attuali: dalla povertà al cambiamento climatico”.

“L’economia non deve avere solo una crescita – continua – ma anche una direzione e compiere scelte pensando alle conseguenze che avranno sulle fasce più deboli”. Mazzuccato pone l’esempio dei vaccini: “L’obiettivo era guarire il mondo, invece abbiamo permesso che i brevetti diventassero profitto. Ma il profitto in eccesso è un furto alla collettività”. I frutti degli investimenti pubblici vanno condivisi – spiega l’economista italo-americana – invece vengono socializzati i rischi e privatizzati i benefici: “Il governo americano aveva finanziato Tesla e un’altra società chiamata Solyndra, che è andata in bancarotta. I cittadini hanno pagato anche per quella perdita ma non hanno beneficiato del successo di Musk”.

Ed è venuto il momento che anche la Chiesa faccia un esame di coscienza: “La secolarizzazione avanza rapidamente e il cattolicesimo è sempre più debole” sottolinea il cardinale Hollerich: “Questo non significa che le verità non sono più verità, ma dobbiamo capire che anche noi siamo un prodotto del nostro tempo. Mi viene in mente l’immagine del samaritano che passa guardando il telefonino e non vede l’uomo ferito. O magari passa un vescovo che sta pensando come organizzare la pastorale, anziché viverla”. “Non dobbiamo rispondere a domande che nessuno ci fa – incalza il cardinale – ma imparare ad ascoltare”. “I giovani – continua – si allontanano dalla Chiesa perché vedono in noi non la soluzione, ma una parte del problema. Una Chiesa egoista, che punta ad aumentare il suo potere o una chiesa consumista, che consuma il sentimento religioso nelle liturgie. Abbiamo bisogno di una conversione alla cura dell’umanità, che è conversione a Dio”.

“Dio oggi è diventato di parte” gli fa eco Sequeri: “Ma noi non siamo il partito di Dio, quindi la teologia dovrebbe liberarlo dai suoi stessi lacci. Per questo serve non solo una Chiesa in uscita, ma anche una teologia in uscita”. Sequeri cita anche un’indagine della Cei sulla frequentazione della messa: “Un ragazzo ha risposto: non ci vado perché non mi fanno fare niente. Se devo assistere al monologo di un prete, se lo facesse da solo. E ha ragione: infatti spesso se lo fa da solo”. “Vi lamentate perché non avete sacerdoti – continua il teologo – ma la verità che è che se vi manca un prete per fare qualcosa, si vede che per fare quella cosa non vi serve un prete!”.

“Siamo una minoranza, è vero – conclude Paglia – ma non serve difenderci: dobbiamo invece cogliere l’opportunità di toglierci le armature e vivere la nostra fede in mezzo ai popoli”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(da Avvenire – del 2 aprile 2023)