Sinodalità, famiglie e amicizia sociale, il preside Bordeyne a Friburgo

“E’ noto come il nuovo impulso dato da papa Francesco alla sinodalità è inseparabile dalla sua attenzione alle famiglie: il Papa ha voluto che un lungo processo, che coinvolge il popolo di Dio su scala globale, alimentasse il discernimento del Sinodo dei vescovi su questo tema, e ha lanciato un appello per una “Chiesa sinoidale” nel mezzo dell’assemblea ordinaria del 2015. Ma si è tenuto sufficientemente conto delle altre chiavi di lettura offerte dal suo magistero, per coinvolgere le famiglie in questo programma di sindoalità missionaria?”.

A chiederselo è il preside del Jp2 Philippe Bordeyne, nell’intervento tenuto il 15 ottobre 2021 al Forum Friburgo Chiesa nel mondo, la cui dodicesima edizione si è svolta in Svizzera il 14 e 15 ottobre, organizzata dall’Istituto per gli studi delle religioni e del dialogo interreligioso in collaborazione con il Centro per gli studi pastorali comparati.

“Vorrei sottolineare come l’enciclica Fratelli tutti e l’esortazione apostolica Querida Amazonia – ha detto monsignor Bordeyne aprendo il suo intervento la mattina del 15 ottobre –  ispirano a pensare all’integrazione delle famiglie nella dinamica sinodale. Dal Sinodo dei vescovi alla missione della Chiesa universale, passando per le famiglie, si disegna un cammino che da una comunità religiosa all’altra può sitimolare la creatività per una migliore inculturazione dei processi di evengalizzazione”.

“Di fronte alla crisi planetaria del Covid-19 – prosegue il preside del Jp2 – papa Francesco ha la convinzione che noi possiamo reinventare i modi di abitare la Terra affidandoci all’amicizia sociale che è stata tessuta nei corpi e nei sentimenti. I cuori  sono stati messi alla prova. La crisi ha suscitato in alcune persone un nuovo coraggio e una nuova compassione. Altri hanno reagito con il desiderio di reimmaginare il nostro mondo; altri ancora sono venuti in aiuto dei bisognosi con mezzi concreti, capaci di trasfigurare la sofferenza del nostro prossimo. Le famiglie sono state in prima linea durante questa crisi. Converrà ascoltarle durante il cammino sinodale verso il 2023, per recuperare le capacità che possono portare alla Chiesa in termini di accoglienza, ma anche di apertura all’altro al di là della cerchia familiare, che è ciò che papa Francesco ci invita a fare in Fratelli tutti e Querida Amazzonia“.

“Non fanno forse le famiglie ogni giorno quello che Gesù invita i suoi discepoli a fare? Chiunque accoglie un bambino come questo nel mio nome accoglie me. E chi accoglie me, non accoglie ma Colui che mi ha inviato” continua monsignor Bordeyne.

“Le famiglie accumulano competenze tanto pratiche quanto spirituali di cui la Ciesa non deve essere privata. Bisognerà ascoltare le famiglie per capire meglio il sostegno di cui hanno bisogno da parte delle comunità cristiane per realizzare la loro vocazione specificia. Poiché sono dei laboratori domestici della trasformazione delle emozioni in virtù sociali, le famiglie meritano l’attenzione della Chiesa in questa epoca sociale, perché nonostante la loro fragilità, sono portartrici di risorse incredibili”.

“Accogliendo più pienamente tutto ciò in cui la grazia di Dio opera concretamente – ha concluso il preside – la Chiesa potrà meglio incoraggiare le famiglie a forgiare, in quanto chiese domestiche, questa amicizia sociale, che è il crogiolo della fratellanza universale”.