“La Chiesa può proporre la bellezza e accompagnare la fragilità della famiglia”

“L’idea è quella di diffondere il Vangelo della famiglia e del matrimonio nelle diverse culture. Papa Giovanni Paolo II ha fatto molti viaggi apostolici, cercando sempre di entrare nelle culture che incontrava. Penso che sia anche nostro dovere, a più di 40 anni dalla fondazione dell’Istituto, rivisitare e rileggere le sue intuizioni perché oggi possano essere feconde per la Chiesa in un mondo in cui le culture rischiano di essere soffocate dalla globalizzazione”.

Lo ha detto il preside Philippe Bordeyne, in un’intervista al giornale online francese Zenit in occasione del Giubileo delle famiglie che vedrà 60mila pellegrini raggiungere Roma dal 30 maggio al 1 giugno 2025.

“D’altra parte – spiega il Preside – il Vangelo del matrimonio e della famiglia si nutre dell’esperienza delle Chiese locali che crescono in culture diverse. Questo è il tocco in più portato da papa Francesco. Uno dei miei studenti camerunesi sta lavorando sulle liturgie nuziali tradizionali per vedere come dare loro più spazio. Dobbiamo anche ricordare che in India, Asia e America Latina il matrimonio non è solo la scelta di due persone, ma la scelta e l’incontro di due famiglie”.

“Un’università – aggiunge –  è una comunità composta da studenti, docenti e personale non docente. Formiamo una vera e propria famiglia per accompagnare insieme gli studenti che vengono da lontano e che a volte si sentono smarriti al loro arrivo. Hanno un’immagine di ciò che dovrebbe essere la famiglia e il matrimonio, e stanno scoprendo la nostra società occidentale con la sua sessualità manifesta, il declino del matrimonio, il declino della fertilità. La nostra missione non è solo quella di diffondere la teologia europea, ma anche di raccogliere il meglio di altre riflessioni. Per esempio, per lavorare oggi sull’impatto delle migrazioni sulle famiglie, dobbiamo attingere alla rete internazionale dell’Istituto”.

 

 

 

 

 

 

 

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