«La Chiesa benedica le famiglie che aprono il cuore allʼadozione»

di Irene Trentin

«La nostra legge non prevede una domanda, ma una disponibilità all’adozione. Non esiste, infatti, il diritto di una famiglia ad avere un figlio, ma il diritto di un minore ad avere una famiglia. I Paesi stranieri devono capire che noi crediamo nell’adozione, per noi è un atto d’amore, dopo aver fatto di tutto per assicurare ai minori un futuro dove sono nati, in base al principio di sussidiarietà».

Forse è per questo che gli italiani sono i primi al mondo per numero di special needs (bambini con bisogni speciali), come spiega Vincenzo Starita, vicepresidente della Cai – Commissione adozioni internazionali – intervenuto al seminario “Adozione e famiglia accogliente”, organizzato dal Pontificio istituto teologico Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia. E proprio gli special needs sono stati al centro del primo incontro della Cai con il neoministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha promesso un ulteriore sostegno economico alle famiglie che accolgono bambini speciali e lo stanziamento di 10 milioni di euro per 18 progetti di cooperazione internazionale. In un momento segnato dalla crisi dell’adozione in tutto il mondo, l’Italia conferma la sua vocazione solidaristica: nel 2022, sono state effettuate finora 509 adozioni (505 nello stesso periodo 2021).

Anche se dall’estero, arrivano sempre più bambini grandicelli, di oltre nove anni, fratrie di tre o più minori, con problemi di salute, e spesso le famiglie sono colte impreparate. «I protagonisti dell’adozione non sono solo la Cai, il Tribunale per i minorenni, i servizi sociali e gli enti autorizzati, ma anche e soprattutto le famiglie – continua Starita -. Dobbiamo aiutarle formandole nel periodo di attesa e poi sostenendole, anche a distanza di anni dall’arrivo dei minori».

Sul calo delle adozioni internazionali hanno inciso il Covid e il conflitto russo-ucraino: si è passati da 4mila minori accolti nel 2010 a poco più di 500 negli ultimi tre anni. Ma a gravare maggiormente è soprattutto un problema di tipo culturale. In una società dove è possibile progettare un figlio su misura, l’adozione ne rappresenta il ribaltamento. «Il bambino adottato incarna esattamente il contrario del bambino del desiderio, perché ha un vissuto di sofferenza inciso nella carne», interviene don Maurizio Chiodi, docente di teologia morale e bioetica del “Giovanni Paolo II”, autore di numerosi studi sulla spiritualità dell’adozione.

«Porta con sé una molteplicità di relazioni, il legame indissolubile tra i genitori biologici e lui. L’abbandono comporta una ferita insanabile. I genitori adottivi sono chiamati a permettere una nuova nascita. A partire da una promessa: sarai nostro figlio per sempre. Ma questo è possibile – mette in luce il teologo – solo riconoscendo che il figlio sono prima di tutto io, che a mia volta sono un dono». Il mistero di un legame più profondo, che supera la concezione tradizionale di maternità e paternità. «È l’incontro del desiderio di un bambino che cerca una famiglia e quello di una coppia che si apre all’accoglienza», sottolinea Milena Santerini, vicepreside dell’istituto teologico e docente di Pedagogia all’università Cattolica di Milano. «Spesso mi sono imbattuta nella paura dell’incognito da parte degli aspiranti genitori, che è un grande ostacolo – continua -. Temono l’infelicità dei figli adottati, per un lungo vissuto di sofferenza.

L’esperienza dell’adozione, invece, è la testimonianza che la felicità è riconoscere un amore incondizionato, l’affermazione di un valore assoluto della persona». Aver rimesso al centro il diritto del minore ad avere una famiglia comporta, però, anche la necessità di trovare un bilanciamento dal punto di vista normativo, tra il diritto della madre all’anonimato e quello del figlio a conoscere le proprie origini. Anche se la ricerca del motivo dell’abbandono rimarrà una domanda centrale, spesso senza risposta. E poi c’è la necessità di trovare una norma giuridica per nuove forme di accoglienza.

Come nel caso dell’adozione mite, che chiede un percorso flessibile, garantendo i diritti del figlio adottato, senza recidere i legami con la famiglia d’origine. Ma aprirsi all’accoglienza per la Chiesa assume un significato particolare, come spiega don Luigi Girardi, dell’istituto teologico Santa Giustina di Padova: «La Chiesa deve invocare lo sguardo di Dio su queste famiglie, con una sorta di benedizione liturgica. È la profezia del Regno di Dio, dove ci ritroveremo tutti come figli adottivi».

Di grande profondità anche l’intervento di Silvano Petrosino della Cattolica di Milano sula reciprocità tra sé il figlio come “altro da sé”, Una profezia che hanno accolto Luisa e Leonardo Carreño, della Diocesi di Bogotà, in Colombia: «Essere chiamati alla fecondità significa affermare Cristo nel volto concreto della persona che si accoglie».

Concreto come il visino vivace e dolcissimo di Shan, nove anni, che alla fine dell’incontro applaude, assieme ai fratelli, mamma Chiara e papà Lorenzo Minoia, di Cerro al Lambro, Milano, che hanno testimoniato come essere accolti può generare a sua volta un gesto di accoglienza. Chiara Secchi, 38 anni, insegnante di sostegno alle elementari, è stata adottata a soli 40 giorni. Ma la riconoscenza verso la scelta dei suoi genitori adottivi ha fatto sorgere in lei la vocazione, condivisa da Lorenzo, 44 anni, ingegnere meccanico, di aprire la sua famiglia, anche dopo la nascita di Pietro, 15 anni, e di Emma, 11 anni. Così, nonostante il decreto d’idoneità di adozione fosse stato negato una prima volta, nel 2014 ci sono riusciti e hanno risposto all’appello per un bambino special needs di due anni in Cina. «Avevamo incontrato un bambino pelle e ossa che non rispondeva agli stimoli e s’isolava – raccontano-. Siamo tornati con un bambino che, nonostante qualche difficoltà, ora è un’esplosione di gioia».

I numeri

273 Adozioni concluse in Italia nei primi sei mesi del 2022 (dati Cai)
563 Adozioni concluse nel 2021
526 nel 2020
46 I bambini adottati in Colombia nel 2022 (318 procedure pendenti)

(da Avvenire del 4 dicembre 2022)