La vicepreside Santerini con Draghi e Segre al Memoriale della Shoah

Giovedì 30 settembre Milena Santerini, vicepreside dell’Istituto Giovanni Paolo II e coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo, ha visitato il Memoriale della Shoah vicino alla stazione Centrale di Milano insieme al presidente del Consiglio Mario Draghi e la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvisuta ad Aushwitz.
Il Memoriale si trova lungo il Binario 21 da cui, a cominciare dal 1943, partirono i convogli con gli ebrei milanesi destinati ai campo di sterminio.
“Questo luogo – ha detto il capo del governo – è la rappresentazione tangibile della memoria della Shoah in Italia e ci mette davanti alle nostre responsabilità storiche, in modo netto e inequivocabile”.
“Da qui sono partite migliaia di persone – ha aggiunto Draghi – dirette ai campi di concentramento e di sterminio. Tra loro c’era anche la Senatrice Liliana Segre, allora poco più che bambina. Sopravvissuta ad Auschwitz, è diventata testimone contro l’odio nazifascista. Una “donna libera e donna di pace”, come si è definita in passato”. “Come ha detto una volta, “l’indifferenza porta alla violenza, perché l’indifferenza è già violenza”. È un insegnamento che dobbiamo mettere in atto. Perché la salvaguardia della memoria è un atto di responsabilità. Contro una pericolosa illusione: che le sofferenze degli altri non ci riguardino. Ricordare non è un atto passivo: è un impegno per il presente”.
“Le istituzioni italiane – ha aggiunto – sono impegnate nel contrasto all’antisemitismo. Con la Strategia nazionale, coordinata dalla Professoressa Santerini e con la Commissione straordinaria presieduta dalla senatrice Segre. È uno sforzo che non deve riguardare soltanto l’Italia, ma tutta l’Europa. Il Memoriale non ci parla soltanto di morte:  i ricorda – e ricorda soprattutto ai più giovani – l’esempio di chi oppose all’orrore delle deportazioni le ragioni della vita.  È la memoria dei Giusti – coloro che rischiarono la propria vita per salvare gli ebrei negli anni dello sterminio.Per offrire loro un rifugio e una via di fuga quando ne avevano bisogno”.