Amoris Laetitia, l’Africa fa il bis

di Arnaldo Casali

«L’anno Amoris Laetitia che si è appena concluso è stato davvero un momento di grazia per la Chiesa universale. Per questo abbiamo deciso che l’anno pastorale 2022-2023 sarà l’anno Duc in Altum, nel corso del quale risponderemo all’invito del Signore a Prendere il largo».

Una singolare iniziativa, quella adottata dalla Diocesi di Bafia in Camerun: indire un nuovo anno di riflessione su matrimonio e famiglia, incentrato sull’invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli in Luca 5, 1-11. A spiegarlo è il vescovo Emmanuel Dassi Youfang.

Classe 1967, monsignor Dassi Youfang, è membro della Comunità dell’Emmanuel e prete dal 2001. Ordinato vescovo ausiliare di Bafoussam nel 2017, da due anni è vescovo di Bafia, città di 105mila abitanti a 120 chilometri dalla capitale, dove è succeduto a Jean-Marie Benoît Balla, torturato e assassinato cinque anni fa.

«Nel corso dell’Anno Amoris Laetitia – spiega Youfang – decine di coppie hanno risposto alla chiamata del Signore ricevendo il sacramento del matrimonio, e nella maggior parte delle parrocchie si sono costituite commissioni per la pastorale della famiglia. Abbiamo svolto inoltre un pellegrinaggio diocesano a Somo e un Congresso diocesano delle famiglie. Ma quest’anno ci ha anche permesso di misurare l’immensità del compito che ci spetta in questo settore. Siamo più che mai consapevoli che senza delle vere famiglie cristiane la nostra vita ecclesiale resta superficiale».

La Chiesa ha bisogno della famiglia?

«La famiglia è la prima chiesa domestica, e costituisce la base della famiglia di Dio, e questo sia a livello parrocchiale che a livello diocesano».

Quale è la principale emergenza della famiglia in Camerun?

«Ci sono molto coppie che si sono allontanate della via sacramentale a causa della loro situazione, quando potrebbero sposarsi. Ci interpella particolarmente nel momento in cui congediamo questo anno speciale voluto dal Papa. Le commissioni per la pastorale della famiglia hanno ricevuto la missione di occuparsi soprattutto di queste situazioni».

Queste constatazioni danno un sapore di incompiuto all’Anno Famiglia Amoris Laetitia?

«Esatto, ma al tempo stesso la lettura dei segni di questo tempo mostra un grande desiderio di proseguire la dinamica avviata nel corso di questo anno speciale. Ecco perché abbiamo deciso di prolungarlo nella prospettiva di un approfondimento. Come sappiamo, la chiamata del Signore a ‘prendere in largo in acque profonde’ è più che mai di attualità, come ci ha ricordato anche Giovanni Paolo II all’inizio di questo terzo millennio. La dinamica Duc in Altum riguarda non solo il settore della pastorale familiare, ma anche altri aspetti altrettanto prioritari per la nostra vita diocesana, come la prosecuzione del cammino sinodale e la nostra sinergia verso l’autonomia finanziaria della diocesi»

Come sarà strutturato l’anno Duc in Altum a Bafia?

«Siamo invitati sia a livello diocesano che parrocchiale a progredire in modo veramente profondo nella pastorale della famiglia. Ciò comporterà una serie di azioni: le commissioni di vita familiare dovranno essere istituite in tutte le parrocchie della diocesi e saranno formate nella cappellania diocesana per la pastorale familiare, in vista del loro coinvolgimento nell’accompagnamento delle famiglie».

Le celebrazioni dei matrimoni sono in aumento o in diminuzione?

«Nell’ultimo anno abbiamo registrato un aumento significativo. Nonostante questo, però, le coppie sposate rappresentano ancora una percentuale molto bassa. Questa dovrebbe essere la nostra principale preoccupazione. Alcuni hanno già preso l’impegno di prepararsi al sacramento del matrimonio, ma molti altri continuano ad esitare. E parlo di gente che ha anche importanti responsabilità nella propria parrocchia. Per questo l’anno Duc in Altum vorrebbe essere particolarmente dedicato a loro. Dobbiamo fare tutto il possibile per sensibilizzare queste coppie e accompagnarle nel discernimento della loro vocazione. Dovremmo anche essere sensibili alla situazione dei fedeli che possono beneficiare della Sanatio in radice per ritrovare la vita sacramentale. Come ci esorta a fare papa Francesco in Amoris Laetitia, il discernimento e l’accompagnamento devono essere le parole chiave di questo anno, che speriamo porti molti frutti».

Amoris Laetitia resta il principale riferimento.

«La nostra catechesi continua ad attingere abbondantemente ad Amoris Laetitia, che è una vera miniera d’oro per la santificazione delle famiglie. Questo anno Duc in Altum si concluderà con il secondo congresso diocesano delle famiglie, che si terrà nel maggio 2023 nella parrocchia di Santa Teresa di Gesù Bambino di Bokito».

Come ‘prenderà il largo’ la Chiesa di Bafia?

«Bisogna davvero camminare insieme ascoltandoci l’un l’altro e tutti in ascolto dello Spirito Santo. In questa prospettiva l’anno pastorale 2022-2023 sarà il primo anno di sperimentazione della nostra consuetudine a partire dai frutti del sinodo diocesano e del lavoro del consiglio presbiteriale. E’ uno strumento a servizio dello Spirito Santo che ci permette di vivere come un unico corpo, nonostante la diversità dei membri!».

da Avvenire del 23 ottobre 2022