Il Jp2 in Brasile, intervista al vicepreside Rafael Fornasier

“Sin dall’inizio tentiamo di unire ricerca teorica e pratica pastorale, ma anche il lavoro con la società civile attraverso progetti per le famiglie”.

Così padre Rafael Fornasier, vicepreside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II presso l’Universidade Católica de Salvador di Bahia, racconta le peculiarità della sezione brasiliana del Jp2, creata nel 1997 a Salvador de Bahia dal cardinale Lucas Moreira Neves, allora arcivescovo di Salvador e primate del Brasile e dal futuro vescovo ausiliare Giancarlo Petrini, che si trova in una sede acquistata grazie ad un’offerta fatta direttamente da Giovanni Paolo II.

“Abbiamo studenti che provengono da tutto il Brasile”  spiega Fornasier. “Il nostro istituto offre corsi di specializzazione con due indirizzi: uno interdisciplinare sulle relazioni famigliari e i contesti sociali e un altro Scienze del matrimonio e della famiglia, che ha un accento maggiore sulla teologia e sulla pastorale. Abbiamo anche corsi più brevi e che sono disponibili anche a distanza, online”.

Quale è il rapporto tra il Jp2 in Brasile e la società brasiliana?

“Come dicevo, lavoriamo concretamente con le famiglie. Ora, ad esempio, stiamo lavorando sull’utilizzo dei mezzi tecnologici e su come educare le famiglie a lavorare con questi mezzi”.

Quale è l’emergenza principale per la famiglia in Brasile?

“Le famiglie brasiliane sono ancora un po’ passive riguardo al loro ruolo sociale. Per questo noi stiamo cercando di suscitare una maggiore riflessione riguardo al impatto che la famiglia può e deve avere sulla società in cui vive. Va tenuto conto che anche se il Brasile è ormai un paese occidentalizzato, c’è ancora forte l’influenza delle culture indigene e africane. E questo ci rende più solidali, perché la famiglia non è intesa solo la relazione tra uomo e donna, ma come relazione allargata a zii e nonni. In questo si vive una naturale solidarietà, che ha inciso molto durante la pandemia”.

Quale è la situazione della chiesa in Brasile?

“La situazione della Chiesa brasiliana è particolarmente dinamica: abbiamo molte vocazioni e questo ci dà speranza per il futuro. Ma è sicuramente importante inserirsi nel cammino sinodale che sta vivendo tutta la Chiesa. Anche la chiesa brasiliana deve ripensare i suoi modi di essere nella società”.

Il Covid ha visto in Brasile il più alto numero di morti nel mondo.

“Il modo di affrontare la pandemia è stato sicuramente inadeguato; adesso stiamo cominciando ad uscire da questa tragedia. Abbiamo affrontato  un momento molto difficile, ma ora la situazione è molto migliorata”.

(a cura di Arnaldo Casali)