Ambiente e disuguaglianze. Due sfide da vincere in casa

di Arnaldo Casali

«Quando papa Francesco ha convocato un lungo processo sinodale sulla famiglia, era già molto chiaro per lui che gli enormi cambiamenti che interessano le famiglie su scala mondiale richiedono un nuovo slancio per la missione della Chiesa e della teologia in dialogo con le altre scienze».

Con queste parole il preside Philippe Bordeyne ha aperto il ciclo di incontri organizzati dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per l’Anno Famiglia Amoris Laetitia, che si chiuderà nel giugno 2022 con l’incontro mondiale delle famiglie a Roma.
«La luce della misericordia di Dio – aggiunge il teologo francese – chiarisce del tutto l’impulso verso la cura del Pianeta, la giustizia per i poveri, l’amore fraterno e l’inclusività verso chi vive difficoltà di ogni tipo. Questo significa molto per il capire teologico della vocazione sociale e politica delle famiglie e per il rinnovamento del vivere comune a livello mondiale».

Abitare oltre i limiti della propria casa
è stato il titolo del primo dei tre incontri di approfondimento teologico e pastorale realizzati dall’Istituto in collaborazione con il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e la Diocesi di Roma. Sarà seguito da altri due incontri il 18 febbraio (‘Il discernimento: uno stile cristiano di vita’) e il 5 aprile (‘Tradizione: l’eredità che promuove’).

«Mentre per secoli la motivazione principale del matrimonio è stata quella di mettere al mondo una prole che assicurasse la vecchiaia e perpetuasse la discendenza patrimoniale – aggiunge Bordeyne – i giovani di oggi sembrano essere più motivati dal desiderio di creare, attraverso la famiglia, un microcosmo interattivo, capace di contribuire all’avvento di un’ecologia integrale che si preoccupi del pianeta e generi relazioni umane più inclusive nei confronti delle minoranze e dei dimenticati dalla storia». «I teologi – conclude il preside – non possono ignorare questo degno desiderio di formare una scuola di umanità più ricca».

«Nei contributi dei diversi relatori – spiega Vincenzo Rosito, direttore degli studi del Jp2 e coordinatore del convegno – è emersa la necessità di uno sguardo teologico rinnovato e attento ai processi di trasformazione sociale». «Non ci si può accontentare di prevenire gli esiti dei cambiamenti storici – continua – occorre invece che le Chiese si attrezzino per toccare e sperimentare il corpo trasformativo dei processi epocali in atto.

Come ha suggerito Stella Morra della Pontificia Università Gregoriana, l’assunzione di responsabilità delle Chiese davanti ai cambiamenti sociali può assumere la forma di una ‘custodia del comune’ ». Il convegno, che si è mosso da una lettura integrata di Amoris laetitia e Fratelli tutti, ha visto la partecipazione anche di Anne-Marie Pellettier del Centre Sèvres di Parigi, Mirja Kutzer dell’Università Kassel in Germania, Isabella Guanzini della Katholische Privat-Universität di Linz, Marcello Neri dell’Istituto Toniolo di Modena e Stephan Kampowski e Pier Davide Guenzi dello stesso Istituto Jp2, mentre le conclusioni sono state affidate al vescovo Dario Gervasi, delegato per la pastorale familiare della Diocesi di Roma. «Nel tempo del cammino sinodale – conclude Rosito – le Chiese e le accademie devono prestare maggiore attenzione alle forme della mediazione tra soggetti diversi per storia, cultura e appartenenza sociale. Il comune rimanda individui e istituzioni alla complessa magmaticità del sociale, per questo può essere paragonato più a una danza che a un insieme statico di qualità condivise». Venerdì l’Istituto Giovanni Paolo II ha organizzato un altro interessante appuntamento su ‘Famiglia ed economia integrale’, che ha visto la partecipazione tra gli altri dell’arcivescovo Domenico Sorrentino, del rettore dell’Università Lumsa Francesco Bonini, di Matteo Rizzollli del Jp2, di suor Alessandra Smerilli, segretaria del Dicastero vaticano per lo Sviluppo integrale e di Luigino Bruni, coordinatore del consiglio di Economy of Francesco.

(Avvenire – 12 dicembre 2021)