Primo consiglio di istituto per il preside Bordeyne
“La pandemia globale ha accelerato la nostra consapevolezza dei cambiamenti che riguardano la famiglia, a volte in peggio, ma anche in meglio: In queste situazioni drammatiche, l’importanza della famiglia è diventata ancora più evidente: le famiglie sono spesso i primi luoghi di solidarietà, le famiglie hanno espresso una nuova sete di sobrietà e un ritorno all’essenziale e alla semplicità, lontano dalle pressioni della società dei consumi”.
Lo ha detto il preside Philippe Bordeyne rivolgendosi ai rappresentanti di tutte le sedi internazionali dell’Istituto Jp2, nel corso del primo Consiglio di Istituto che si è svolto dopo il suo insediamento.
Il Consiglio si è svolto giovedì 21 ottobre, alla vigilia dell’Inaugurazione ufficiale dell’Anno Accademico e ha visto la presenza del Gran Cancelliere Vincenzo Paglia, dei vicepresidi della sezione centrale Gilfredo Marengo, Milena Santerini e Agostino Giovagnoli e di quelli di tutte le sezioni internazionali: Washington negli Stati Uniti, Messico (dove il Jp2 è presente in tre sedi: Città del Messico, Guadalajara e Plantel Monterrey), Valencia e Madrid in Spagna, Salvador in Brasile e Cotonou in Benin. Mancava solo quella indiana di Kottayam, il cui vicepreside Jacob Koippally è comunque intervenuto in collegamento web.
“Come ha detto papa Francesco nel suo messaggio all’Università Cattolica dell’Argentina ci si aspetta che i teologi lavorino sulle frontiere – ha detto il preside – Mi sembra che la famiglia oggi sia una “nuova frontiera. Per cui i teologi devono pensare alla famiglia accettando la loro ignoranza, tanto che le forme familiari si stanno rimodellando sotto la pressione di fattori economici, sociali e culturali”.
“Credo che la Chiesa e i teologi oggi debbano essere più umili di fronte al mistero del matrimonio e della famiglia, tanto grandi sono gli sconvolgimenti nel campo della sessualità e dell’affettività. Come si forma una coppia stabile? Cosa aiuta una persona a superare la sua riluttanza a sposarsi? Cosa permette a una coppia di accogliere i figli con sufficiente fiducia nel futuro, di durare nell’alleanza coniugale, di resistere alla tentazione del divorzio? Come possiamo affrontare collettivamente le richieste delle minoranze riguardo al matrimonio e alla procreazione medicalmente assistita? La Chiesa e i teologi devono anche essere più audaci e ambiziosi nell’accompagnare gli uomini in queste trasformazioni culturali e sociali, con la luce e la forza del Vangelo, perché “il mistero di Dio rivela all’uomo il mistero della sua stessa esistenza” (GS 41).