Stephan Kampowski in visita alla sezione indiana dell’Istituto
La famiglia nel contesto di un’antropologia della comunione è il titolo del corso di Visiting Professor che ha avuto come ospite della sezione indiana dell’Istituto Jp2 il professor Stephan Kampowski, dal 24 al 28 marzo 2025.
Il workshop “Sfide morali affrontate dagli ospedali cattolici nell’era contemporanea” si è tenuto il 29 marzo presso la sezione indiana dell’Istituto. Si partiva dalla premessa che lo scopo fondamentale di un ospedale cattolico è sostenere la dignità della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, fornendo al contempo cure compassionevoli ed efficaci. Tuttavia, molti ospedali cattolici oggi stanno affrontando una crisi di identità. Il workshop invitava i partecipanti a riflettere insieme su come restare rilevanti in un mondo in cui i servizi sanitari sono sempre più commercializzati, rendendo necessario bilanciare la missione e il mercato competitivo. Altro ambito importante che pone grandi sfide alle istituzioni cattoliche è quello della fine della vita, in quanto si registra una crescente liberalizzazione delle legislazioni civili in materia di eutanasia e suicidio assistito. Infine, il workshop si chiedeva come promuovere e mettere in pratica i valori pro-vita in ambito medico cattolico nonostante le difficoltà.
L’intervento del prof. Kampowski intitolato “Fine vita e cura dei malati terminali: sfide per le istituzioni cattoliche” ha evidenziato come, in passato, l’etica medica imponesse ai medici di fare tutto il possibile per prolungare la vita. Oggi, tuttavia, i progressi tecnologici comportano il rischio di un accanimento terapeutico. Spesso i medici devono prendere la decisione se e quando interrompere le terapie e permettere al paziente di morire. Ciò rappresenta una sfida significativa per le istituzioni sanitarie, che devono saper distinguere bene tra terapia e cura, nonché tra il lasciar morire e l’uccidere. Riferendosi alla Lettera Samaritanus Bonus, il prof. Kampowski ha sottolineato che, sebbene non sussista sempre l’obbligo di proseguire le terapie, le cure non devono mai essere interrotte. Nella seconda parte del suo intervento, il professore ha poi approfondito le ragioni per cui queste distinzioni sono così importanti, esaminando le implicazioni antropologiche ed etiche dell’eutanasia e del suicidio assistito.