Amoris laetitia, via preziosa per camminare con le famiglie

di Philippe Bordeyne

L’Istituto Giovanni Paolo II accoglie studenti da tutto il mondo, il che ci offre una prospettiva abbastanza ampia per valutare l’impatto relativo all’Anno Amoris laetitia. Sembra che il popolo di Dio abbia largamente fatto propri gli orientamenti offerti da papa Francesco al termine del processo sinodale sulla famiglia. Ad esempio, tutti i maggiori movimenti familiari stanno ora lavorando su Amoris laetitia. Si rendono conto quanto sia importante davvero mettersi in cammino per affrontare le sfide del mondo di oggi. Superato il momento della sorpresa, il metodo evangelico di papa Francesco sta facendo il suo lavoro: prima il coraggio di guardare in faccia le situazioni, poi la libertà di Gesù di annunciare la misericordia del Padre, infine la fiducia nello Spirito Santo perché la Chiesa inventi nuove vie di annunciare il Vangelo, di accogliere, di accompagnare e di aiutare le persone a discernere la chiamata di Dio nella loro vita affettiva e familiare.

Dal 2016, infatti, anche molte parrocchie si sono messe in cammino, cercando di rispondere in modo più differenziato alle attese spirituali del nostro tempo. Ciò porta queste comunità a lavorare attorno alle esigenze loro poste sulla celebrazione cristiana dei grandi momenti della vita, dalla nascita alla morte. Questi punti di contatto sono un’opportunità per i cattolici che frequentano raramente la loro parrocchia di scoprire o riscoprire, non solo il significato del matrimonio cristiano, ma prima di tutto del battesimo e della vita in Cristo. Nella prospettiva kerygmatica e missionaria incoraggiata da Francesco, è opportuno proporre il matrimonio a partire dalle realtà della vita quotidiana prima che venga insegnato come sacramento, perché oggi i fedeli trovano più difficile percepirne il significato, tanto sono impregnati di pluralismo, dalla convivenza al divorzio, che screditano il matrimonio. Da questo punto di vista, le pratiche rituali dei sacramenti del battesimo e del matrimonio sono ricche di risorse evocative per iniziare le persone al significato del matrimonio cristiano. Tanti fedeli sono disponibili a mettersi in cammino, visto che hanno assunto l’iniziativa di sollecitare la loro parrocchia. Oggi la Chiesa non ha più il potere di imporre il cammino sacramentale, né nelle Chiese di antica cristianizzazione né in quelle giovani. D’altra parte, è possibile far sì che la liturgia diventi sempre più occasione di incontro e di dialogo per evangelizzare nel segno del riconoscimento e dell’apprendimento reciproco. Tale cammino catechistico presuppone, però, che le celebrazioni cristiane lascino più spazio alle realtà familiari e che siano interessate al modo in cui le persone vivono lo spazio religioso, attraverso i loro legami con i cristiani, e le loro modalità così diverse di frequentare le parrocchie, o semplicemente spingere la porta di una chiesa per una visita o per una breve preghiera.

A Roma, Assisi o Loreto, mi colpisce il modo in cui è cambiato il modo di fare un pellegrinaggio, con un recentissimo fenomeno di accelerazione legato alla necessità di prendere una boccata d’aria dopo periodi di confinamento e restrizioni sanitarie. Se prima andavamo in pellegrinaggio in parrocchia, oggi lo facciamo più in famiglia e spesso sono i nonni a portare i nipoti. Può essere un’opportunità per la catechesi familiare intergenerazionale, a condizione che la Chiesa offra un sostegno adeguato. Molte famiglie miste entrano in santuari e basiliche. A Loreto andiamo a toccare la Santa Casa di Maria, perché la casa è un magnifico simbolo di ciò che vogliamo ottenere costruendo una famiglia. A Santa Maria degli Angeli, andiamo a toccare le pareti della cappella dove Francesco d’Assisi ha sentito la chiamata di Cristo a cambiare vita e riparare la sua Casa. Cosa può offrire oggi la Chiesa di fronte a tutte queste persone in attesa di un rinnovamento del senso della loro vita personale, affettiva e sociale? Prestando attenzione a questi cambiamenti della società, siamo portati ad esplorare la capacità del cristianesimo di valorizzare, nelle sue pratiche religiose e nelle sue opere di misericordia, la dimensione spirituale dei legami familiari che, nonostante tutte le loro imperfezioni, sono il luogo in cui gli uomini e le donne, i giovani, possono lasciarsi prendere da Cristo morto e risorto per un nuovo slancio nella vita battesimale. L’anno Amoris laetitia ha voluto proprio raccogliere e stimolare intuizioni e iniziative pastorali in un mondo in cui devono essere reinventati i modi di proporre il messaggio cristiano sulla famiglia.

Questo porta l’Istituto Giovanni Paolo II a lavorare maggiormente con i movimenti familiari, non solo per offrire una formazione breve ma specialistica ai laici come si faceva in passato, ma anche collaborando con i responsabili perché diventino veri protagonisti dello sviluppo di nuovi programmi di formazione. Infatti, se hanno espresso la necessità di ricevere da noi una formazione più fondativa di quella che già viene fornita nei rispettivi movimenti che stanno prendendo coscienza della loro vocazione con l’obiettivo di trasmettere più ampiamente nella Chiesa i frutti spirituali derivanti dai carismi dei loro fondatori e dalle generazioni di laici battezzati impegnati. Quanto alla ricerca teologica svolta all’interno dell’Istituto Giovanni Paolo II, essa deve essere alimentata dalla loro esperienza di vita familiare, ma anche dalla riflessione che hanno svolto, ciascuno con la propria tradizione, per attuare in modo originale Amoris laetitia: preparazione al matrimonio, sostegno alle coppie non sposate, sostegno ai coniugi nei primi anni di matrimonio, consulenza matrimoniale, sostegno alle difficoltà sessuali e relazionali, accoglienza di divorziati conviventi o meno in seconda unione civile, sostegno alle famiglie interpellate da omosessualità. Così è per la pratica della teologia in una dinamica sinodale. Concretamente, in questo nuovo anno accademico 2022-2023 sta emergendo un programma pilota di formazione internazionale, offerto in lingua inglese, in parte in presenza a Roma e in parte a distanza, con la collaborazione con tre movimenti familiari attivi nel mondo: Équipes Notre-Dame, Incontro matrimoniale, Amore e Verità. Saranno 22 giovani coppie, chiamate a importanti responsabilità nei rispettivi movimenti, provenienti dalle sei zone continentali che ne strutturano l’organizzazione: Africa, due Americhe, Asia, Europa e Oceania. Sviluppato in maniera collegiale, questo programma pilota sarà oggetto di una valutazione condivisa tra l’Istituto Giovanni Paolo II, i tre movimenti interessati e il Dicastero Laici, Famiglia e Vita, in modo da poter moltiplicare l’esperienza se si rivelerà conclusiva. È un esempio concreto delle indicazioni sollecitate da Amoris laetitia e più in generale dalle dinamiche del sinodo 2021-2023 “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”.

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