Caring School, intervista a Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma
di Arnaldo Casali
“La crisi economica e sociale, la pandemia e poi la guerra hanno fatto emergere una forte domanda di cura da parte delle persone, alla quale non si può rispondere con i modelli dei passato: serve uno sforzo di creatività e di innovazione”.
Con queste parole Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, presenta la Scuola di formazione dedicata a cura e innovazione sociale promossa insieme al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II e agli uffici per la pastorale della famiglia e per i problemi sociali e del lavoro della Conferenza Episcopale Italiana.
La scuola verrà inaugurata giovedì 6 ottobre alle 16 nell’auditorium del Jp2 con la conferenza “Convivenze creative. Vita familiare, agire collaborativo e trasformazioni sociali” che vedrà protagonisti Guillaume Le Blanc, direttore del Laboratorio sui Cambiamenti Politici e Sociali dell’Università di Parigi Diderot e Fabienne Brugère, presidente dell’Università di Parigi Lumières, oltre al preside del Jp2 Philippe Bordeyne, la vicepreside Milena Santerini e il direttore degli studi Vincenzo Rosito.
“La Caring School – spiega Trincia – rappresenta l’opportunità per molti di ripensare anche ai servizi e al modo di stabilire e curare le relazioni, e coinvolge centri di formazione e di ricerca, le istituzioni e i soggetti di vita economica, quindi rappresenta una bella provocazione, che valorizza anche esperienze frutto di una grande creatività”
Quale è la principale novità di questo nuovo modo di vivere la cura?
“Innanzitutto il mettersi su un piano orizzontale con le persone che esprimono questa domanda. Non percorsi per ma percorsi con: non progetti scritti a tavolino e calati dall’alto ma programmi in cui vengono valorizzati l’ascolto e la realtà concreta”.
Con la pandemia, come Caritas, avete sperimentato nuove esperienze?
“Sì, penso a due in particolare. Una è legata al complesso di Villa Glori dove è stato attivato un servizio per i malati di Alzheimer e per i loro familiari chiamato Casa Wanda e che accoglie 20 persone. L’altro è il progetto dei Quartieri solidali, dove – attraverso le parrocchie – vengono fatte entrare in dialogo le diverse generazioni nel segno della cura. Il risultato è una presenza più diretta di prossimità rispetto alle persone che vivono sole o in particolare difficoltà. Lo portiamo avanti da anni in 15 parrocchie ma vorremmo condividere questa esperienza con molte altre”.
La Caring School prevede 6 incontri mensili – fruibili sia in presenza che online – che si svolgeranno il sabato dalle 9.30 alle 17.30 e prenderanno il via il 19 novembre. Le iscrizioni si possono effettuare fino alla fine di ottobre sul sito www.istitutogp2.it.
Ancora per pochi giorni sono invece aperte le iscrizioni ai corsi dell’Istituto Jp2 dell’Anno Accademico 2022-2023 che quest’anno affrontano tematiche che spaziano dalla globalizzazione alla bioetica, dal dialogo interreligioso al fine vita, passando per economia, educazione digitale, gioco, sessualità, fertilità, diritto dei minori, nullità matrimoniale e corporeità.