Forme e forze: le arti come luogo espressivo delle dinamiche familiari

di Giovanni Cesare Pagazzi

Un pensiero che sia davvero all’altezza della realtà magnifica e complessa delle famiglie non può essere soltanto un pensiero delle forme, vale a dire dei concetti, delle norme, delle argomentazioni, delle classificazioni precise, ma deve essere anche un pensiero all’altezza delle forze che vibrano nelle relazioni forze familiari, forze che possono essere luminose ma anche oscure, per esempio sentimenti e risentimenti, bisogni e pulsioni.

Non immaginiamoci queste forze solo nel lato oscuro ma anche nel lato bello: qualcuno parla addirittura di un inconscio legame con Dio che a volte rimuoviamo, come rimuoviamo chissà quale altra forza, quale altra energia.

Se noi accostassimo le famiglie soltanto attraverso le forme, rischieremo di amputare il loro dinamismo complesso e reale, d’altra parte se ci accostassimo alle famiglie solo prendendo in considerazione le forze rischieremmo di ridurre la famiglia ad una magma affettivo ed emotivo privo di controllo, allora il pensiero adatto per le famiglie deve coniugare insieme forme e forze.

Le arti sono un luogo particolarmente riuscito dove forme e forze si coniugano insieme e quindi riescono ad esprimere un’idea e una della realtà del bello, ma un bello ospitale. capace di accogliere l’informe e il deforme: è lo stesso mistero di Cristo che viene chiamato il più bello dei figli dell’uomo e allo stesso tempo colui che non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi.

Ecco il perché di questo laboratorio che chiamiamo “Forme e forze, le arti come luogo espressivo delle dinamiche familiari”. Per educare il nostro sensorio  approcciandoci alla famiglia in maniera tale che tutta la sua realtà sia onorata; per cui in questo laboratorio noi ascolteremo diversi linguaggi: quello della letteratura, delle arti e delle arti visive, sia spiegate, sia presentate da esperti e protagonisti, in maniera tale da affinare la nostra sensibilità nel tatto con il quale dobbiamo accostarci al grande mistero della famiglia.

(da Adesso n.56)