Monsignor Sequeri sulla canonizzazione di Charles de Foucauld

“Uno dei profeti più incisivi destinati da Dio a questo tempo, al deserto del nostro occidente secolarizzato”.

Così definisce Charles de Foucauld – che sarà proclamato santo da papa Francesco – monsignor Pierangelo Sequeri, nel corso di un’intervista rilasciata a Francesca Sabatinelli per il programma La finestra su San Pietro di Radio Rai 1.

“La potenza della sua testimonianza – spiega il preside del Gp2 – è restituita da questa immagine di uno di quelli che l’avevano conosciuto nel villaggio dei Tuareg, che dice: “Quest’uomo è un grande santo, peccato che fino alla fine abbia voluto rimanere cristiano”. E’ una grande dichiarazione di amore e di rispetto; una testimonianza ineccepibile del Vangelo che si fa strada attraverso qualsiasi cultura e qualsiasi religione. Una potenza di evangelizzazione così giocata sull’intensità da far fare il lavoro di catechesi da quelli che ne subiscono il fascino della testimonianza”.

“Da fratel Carlo – aggiunge monsignor Sequeri – il cristiano deve imparare che normalmente il raccolto non corrisponde alla semina; per ogni generazione bisogna che il cristianesimo accetti di seminare più di quello che immagina di poter raccogliere, altrimenti siamo perduti: ci riempiamo di persone frustrate dall’impossibilità di verificare il rendimento del lavoro prodotto, della passione investita nella missione. Lui ha cercato di immaginare dei compagni, un sequela, una forma di vita religiosa: non l’ha mai vista arrivare, ma questo non l’ha distolto da questa idea fondamentale, che il seme del Vangelo viene messo a dimora e non sarai tu a vedere il raccolto. Questo ci deve allietare e far sentire affidati: prima impareremo questo, prima comunicheremo la serenità del buon lavoro alla società nella quale viviamo, che è ossessionata dall’idea del rendimento, strema i giovani e li sta facendo affogare”.

La finestra su San Pietro – Rai Radio Uno 
31 maggio 2020