Le famiglie del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II incontrano il Santo Padre

di Grazia Benenati, Alessandro Giuffrida,
Concetta Ignoti, Valentina Sapienza e Salvatore Stira

Le famiglie dell’Istituto Giovanni Paolo II, ovvero le famiglie degli studenti dell’istituto, lo scorso 25 febbraio si sono date appuntamento a Roma arrivando da ogni parte di Italia.  La Sicilia era ben rappresentata da tre diocesi: Palermo, Messina e Catania. Nonostante il lungo viaggio e la stanchezza, intorno alle 8 ci siamo ritrovati davanti ai cancelli. Sebbene l’ingresso fosse previsto per le 9,30, la straordinarietà della giornata ci ha permesso di affrontare tutto con grande entusiasmo, anche dei più piccoli.

Certo non è l’unico caso di laici studiosi di un istituto pontifico, ma presso la nostra struttura le famiglie trovano il loro ambiente naturale: si perché a studiare presso il nostro Istituto, oltre a presbiteri e religiosi, vi sono anche laici sposati e non che alternano alla loro professione (ingegnere, insegnante, agronomo, agente commerciale ecc.) l’essere studente.

Il comune denominatore dei nostri universitari è il desiderio di conoscere e approfondire per comprendere meglio. Contemporaneamente, esso è accompagnato dalla dedizione alla ricerca per evangelizzare e spendersi nel servizio delle nostre diocesi di appartenenza.

La consapevolezza della grande difficoltà che si vive nella comunità educante e nel servizio della pastorale familiare  oggi rende grande la necessità di continuare a formarsi.

Gioiosi, quindi, con il nostro bagaglio di aspirazioni, di aspettative e di sorprese abbiamo atteso i controlli insieme ai nostri bimbi muniti di zainetti, pennarelli e merendine.

Il Santo Padre è arrivato con nostra grande sorpresa prima del previsto, è stato salutato a nome di tutti dal rettore delle Università, il professor Luis Navarro presidente del CRUIPRO, il quale ha elencato le istituzioni presenti a Roma.

Questa è stata la prima volta che il Santo Padre ha ricevuto tutti gli Istituti pontifici presenti a Roma e il titolo della Giornata “Formarsi per evangelizzare” esprime pienamente l’ontologia dei nostri studi, o forse si dovrebbe dire l’Unicum .

Il Papa nel suo discorso ha sottolineato la pluralità di studi ecclesiastici presenti strettamente legati alla necessità di evangelizzare. La notevole diversità che si trova all’interno degli istituti pontifici impone la necessità dell’accordo, della consonanza come in un coro tra voci e strumenti differenti. È “il luogo”, sottolinea il Santo Padre, citando san J. H. Newman, “dove diversi saperi e prospettive si esprimono in sintonia, si completano, si correggono e si bilanciano l’un l’altro”.

Una tale presenza di tanti strumenti diversi impone un coordinamento e una armonia non indifferente, altresì tanto arricchente e unica.

Un’armonia, ha continuato il Santo Padre, che necessita di essere coltivata a partire da se stessi e ci interpella a coordinare le tre intelligenze: mente, cuore e mani.

Nell’azione pastorale di accompagnamento alle famiglie questa coesistenza di intelligenze è fondamentale. Poi, il Papa ha rimarcato l’importanza di utilizzare le mani, le mani che hanno la capacità di accogliere ma anche di ferire, le mani che sono la prima fonte di conoscenza e di esplorazione dei bambini. Le mani che sono chiamate a custodire l’armonia necessaria all’edificazione e al cammino della nostra Chiesa a immagine delle mani “eucaristiche come quelle di Cristo” perché abili a rendere grazie, ad essere misericordiose, ad atti di generosità e a “stringere” altre mani.

La presenza di molteplicità di poli rischia talvolta di affaticare e disperdere gli sforzi fatti nella ricerca, rallentando i processi di trasmissione e di sviluppo, ma ci ricordava il Santo Padre urge saper creare ponti e sinergie tra le diverse realtà accademiche.

Inoltre, con rinnovato slancio Sua Santità ci ha invitato ad avviare processi nuovi nella consapevolezza del depositum fidei e tenendo presente che “la realtà è più forte dell’idea”, quindi siamo chiamati a costruire percorsi di speranza.

In sintesi, siamo tutti invitati a trovare soluzioni insieme, pur nella nostra diversità, come in una orchestra ogni strumento è diverso dagli altri. Nonostante ciò ognuno dà il suo specifico apporto che è diverso da quello fornito da tutti gli altri ma è assieme agli altri che costruisce l’armonia. Questo è quello che il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II sperimenta da anni nella sua grande varietà per età, cultura e provenienza a livello internazionale. Infatti, presso la nostra struttura vi sono studenti di diverse nazionalità, consacrati, presbiteri e laici che assieme – ciascuno col suo apporto specifico – cercano, nella sincera ricerca della verità di servire la famiglia e testimoniare la bellezza dell’essere cristiano e del matrimonio nel mondo. Senza contare che l’istituto, occupandosi di  matrimonio e famiglia, sulla scia di Amoris Laetitia ha avviato una mission indirizzata alla cura di tutto ciò che ruota attorno alle famiglie: coppie, anziani, adozioni, affido e processi educativi.

Ognuno di noi ha una storia, un cammino alle spalle, per strade diverse e con le nostre differenti vocazioni cerchiamo al servizio della Chiesa di accogliere, accompagnare e servire le famiglie e non solo che incontriamo nelle nostre diocesi.

Studiare Famiglia e Matrimonio da battezzati costituisce oggi un necessario strumento per progettare azioni pastorali concrete ed efficaci.

Incoraggiati dalle parole del Santo Padre siamo chiamati ad unire i nostri talenti e le nostre competenze e andare avanti al servizio della Chiesa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


LA GIOIA DI FARE CORO 

vai al dossier sull’incontro degli studenti delle università pontificie con il Papa