Un ordine dinamico della mutualità
di Vincenzo Rosito
Venerdì 19 novembre, presso Il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II si è tenuta la giornata di studio sul tema “Abitare oltre i limiti della propria casa” (AL 276). Famiglia, comune, fraternità. Il convegno, frutto della collaborazione tra l’Istituto Giovanni Paolo II, il Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e la Diocesi di Roma, è il primo dei tre incontri di approfondimento scientifico e pastorale, proposti nell’Anno Famiglia Amoris laetitia che si concluderà nel giugno 2022 in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie a Roma.
Durante l’indirizzo di saluto e l’introduzione ai lavori, il prof. Philippe Bordeyne, preside del GP2, ha ricordato: «I teologi non possono ignorare il desiderio che soprattutto i giovani hanno di abitare oltre i limiti della propria casa e di formare una scuola di umanità più ricca che sta emergendo oggi. Il contributo dei teologi può essere significativo se sono pronti ad accompagnare la formazione di nuove abitudini e la coltivazione delle virtù sociali».
Nei contributi dei diversi relatori, è emersa la necessità di uno sguardo teologico rinnovato e attento ai processi di trasformazione sociale. Non ci si può accontentare di prevenire gli esiti dei cambiamenti storici, occorre invece che le chiese si attrezzino per toccare e sperimentare il corpo trasformativo dei processi epocali in atto. Come ha suggerito Sella Morra (Pontificia Università Gregoriana), l’assunzione di responsabilità delle chiese davanti ai cambiamenti sociali del tempo presente può assumere la forma di una «custodia del comune», intesa come promozione e attenzione verso le forme del “noi” e delle “strutture della convivenza”.
I molti interventi, muovendo da una lettura integrata di Amoris laetitia e Fratelli tutti, hanno auspicato in modi diversi una ricomposizione più armonica e inclusiva delle scienze che studiano la famiglia e le sue trasformazioni. La prospettiva degli studi colturali e postcoloniali, l’antropologia della cura e delle relazioni di aiuto, la sociologia delle istituzioni giuridiche: ognuno di questi approcci offre uno sguardo peculiare e complementare per lo studio delle realtà familiari, alle prese con l’edificazione del comune.
Nel tempo del cammino sinodale, le chiese e le istituzioni accademiche dovrebbero prestare maggiore attenzione alle forme della mediazione tra soggetti diversi per storia, cultura e appartenenza sociale. Il comune non è un luogo di intersezione, rispetto al quale è possibile accontentarsi di un “consenso per sovrapposizione”. Il comune, invece, rimanda individui e istituzioni alla complessa magmaticità del sociale, per questo può essere paragonato più a una danza che a un insieme statico di qualità condivise. Il comune in cui anche le famiglie sono inserite ha la forma del movimento circolare, essendo un ordine dinamico della mutualità.
Le prossime giornate di studio si terranno rispettivamente venerdì 18 febbraio 2022 sul tema Il discernimento: uno stile cristiano di vita e martedì 5 aprile 2022 su Tradizione: l’eredità che promuove.