La bioetica alla prova del transgenderismo. Un problema serio
di Angelo Scola
Il volume che presentiamo è la pubblicazione della tesi dottorale che Alberto Frigerio ha sostenuto presso il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia. Conviene soffermarsi, con una prima osservazione, sulla articolata complessità del titolo: Corpo e lógos nel processo identitario. Il caso serio del transgenderismo: bioetica alla prova.
Le categorie che vi si intrecciano sono numerose e il loro nesso non è immediato. Esigono una spiegazione. Potremmo anzitutto porci una domanda: “Da dove viene la necessità di un titolo così complesso?” L’autore ha ben compreso che per affrontare un tema come il transgenderismo è necessario un metodo trans disciplinare. Non interdisciplinare. L’interdisciplinari età infatti suppone una messa a confronto di risultati provenienti da varie scienze perseguite da competenti diversi. Una comparazione che per finire non può mai evitare del tutto una certagiust apposizione e strinse cistica. La trans disciplinari età invece, che negli ultimi decenni ha cominciato a prendere forma in vari campi di ricerca, esige una unità di metodo nell’affronto di saperi diversi che postula inevitabilmente l’esistenza di un soggetto unico o una comunità stabile di lavoro, capace di far passare il tema in questione attraverso le varie discipline cui si deve inevitabilmente far ricorso per cercare di comprenderlo.
Illuminante in proposito è la seguente affermazione di Edgar Morin: “Non si tratta di stabilire relazioni diplomatiche e commerciali tra le discipline, dove ognuna si confermi nella sua sovranità. Si tratta di mettere in causa il principio di discipline che mutilano con l’accetta l’oggetto complesso, il quale è costituito essenzialmente dalle interrelazioni, le interazioni, le interferenze, le complementarietà, le opposizioni tra elementi costitutivi ciascuno dei quali è prigioniero di una disciplina particolare. Perché esista una vera interdisciplinari età, c’è bisogno di discipline articolate e aperte sui fenomeni complessi, e, ben inteso, una metodologia ad hoc. C’è bisogno anche di una teoria -un pensiero-trans disciplinare che si sforzi di abbracciare l’oggetto, l’unico oggetto, continuo e discontinuo a un tempo, della scienza: la physis”. Frigerio, per la sua formazione scientifica nutrita dalle scienze mediche, dalla biologia, dalla psicanalisi oltre che dalla filosofia e dalla teologia (ha studiato Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e ha conseguito un master in Neuroscienze presso l’Università scozzese di Edimburgo) presenta le carte in regola per affrontare questo tema trans disciplinari a mente. Come mette ben in evidenza l’autore, la sessualità umana non è mai riducibile a puro istinto, mentre “la sfera e pratica sessuale degli altri esseri viventi è guidata da processi biologici istintuali”.
La sessualità umana rappresenta invece una realtà complessa “biologicamente data, psicologicamente elaborata e moralmente scelta”. “La nascita dà inizio a un processo di sessuazione, che sotto il profilo biologico ha avvio nei cromosomi e si estende a livello gonadico, genitale e cerebrale. In sede psicologica la sessuazione si caratterizza come presa di posizione psichica circa la realtà dei sessi. In ambito morale la sessuazione si determina come compito e capacità del soggetto di indagare e cogliere il senso della sessualità e decidersi rispetto a esso”. Su queste basi l’autore affronta il caso serio del transgenderismo ove non si presenta allineamento tra sesso biologico e identità di genere, acui si associa con una certa frequenza il disallineamento dell’orientamento sessuale.
E’ questa la ragione per la quale il principio formale della ricerca è garantito in prospettiva bioetica, disciplina che intreccia diverse competenze legate al fenomeno del bios. Tali sono le scienze biologiche, quelle psicologiche e quelle umane. Dopo talune precisazioni introduttive circa l’etica, che fanno riferimento al pensiero classico di Aristotile e di Tommaso e ad autori contemporanei che si sono trovati ad affrontare il problema drammatico dei transgender, Frigerio espone il piano dell’opera che risulta divisa in quattro parti.
Nella prima egli affronta la vexata quaestio della sessualità sia enucleando sinteticamente i risultati delle indagini genetiche, ormonali, neuroanatomiche, neurofisiologiche, neurochimiche ed epigenetiche condotte su modelli animali e sull’uomo, per soffermarsi in termini più analitici sul tema della sessualità cerebrale e delle caratteristiche neurali dei soggetti di sesso maschile e femminile. L’indagine fa poi riferimento ai risultati della linguistica post-strutturalista. L’autore si ispira a Chomsky operando però un lavoro di integrazione con le analisi della scuola saussuriana.
Nella seconda parte, soprattutto con l’aiuto della studiosa lacaniana Geneviève Morel, l’autore, avendo sempre presente un riferimento diretto a Freud e a Lacan, elabora una lettura del processo di sessuazione psichica. Nella terza parte, studiando Ricoeur, viene alla luce il tema del corpo, del linguaggio e dell’identità.
Frigerio non tralascia la dimensione filosofico-politica della ricerca di Ricoeur che è posta a confronto con le proposte di John Rawls, Alasdair MacIntyre, Jürgen Habermas e Francesco Botturi.
L’interesse specifico del volume si trova nella quarta parte, in cui l’autore affronta in recto il tema del transgenderismo utilizzando le analisi condotte nelle prime tre per giungere a conclusioni più mirate e circostanziate. In essa entreranno in scena riferimenti a numerosi altri autori che si sono concentrati sul fenomeno specifico del transgenderismo. Frigerio conclude il suo lungo lavoro, basato su una bibliografia il cui elenco prende ben 56 pagine e che dispone anche di un Lexicon sintetico per venire incontro al lettore, elaborando precisi punti fermi sul problema del sex reassignment. In termini ancora più sobri l’autore fornisce in poche righe le sue considerazioni sulla post-rettificazione sessuale. Egli si rende ben conto della grave sofferenza provata dai soggetti transgender. Anche per questo afferma che l’elenco dei punti fermi non segna il termine della ricerca, anzi impone la necessità di ulteriori riflessioni.
Si può agevolmente apprezzare la notevole capacità sintetica del Frigerio che mette a frutto, in questi essenziali punti fermi conclusivi, l’amplia e complessa ricerca compiuta. E’ decisivo per il lettore, che potrà incontrare come è capitato a me non poche difficoltà nella lettura del testo, soffermarsi attentamente su questa parte conclusiva. Lo studio non solo consente di meglio conoscere il problema specifico, ma più ingenerale quello della sessualità e della modalità con cui la bioetica deve trattarla.
Nello stesso tempo, solleva non poche ulteriori domande.
(prefazione aa llibro Corpo e lógos nel processo identitario. Il caso serio del transgenderismo: bioetica alla prova di Alberto Frigerioedito da Cantagalli)