Cardinale Pietro Parolin al Dies Academicus al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II
Città del Vaticano, 29 novembre 2019 – «La dedizione per l’alleanza dell’uomo e della donna, che si lascia plasmare nella forma della comunità familiare, è una scuola di libertà e di pace. Essa costituisce, proprio in questo modo, la matrice insostituibile della composizione umana degli affetti e della libertà responsabile, della comunità e della pacifica convivenza».
È quanto affermato dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, stamani durante la prolusione che ha tenuto in occasione del Dies Academicus che ha ufficialmente dato inizio al nuovo anno del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia a Roma.
L’Istituzione familiare – ha sottolineato – assume oggi uno speciale rilievo «per l’edificazione della forma ecclesiale e della stessa forma civile». La Chiesa è chiamata a rispondere a questa assunzione dedicandosi con «speciale impegno» «all’illuminazione dello splendore della verità cristiana iscritta nella storia dell’amore umano dell’uomo e della donna». Guardando alla «lungimirante intuizione del santo Papa Giovanni Paolo II», il Cardinale ha continuato: «La costituzione del nuovo Istituto Teologico per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, decisa dal Papa Francesco, rilancia l’attualità di quella ispirazione e invita ad elaborare e ad aggiornare la sua idoneità a corrispondere alle nuove esigenze della cultura teologica e della missione ecclesiale. Non va dunque sottovalutato il segno che questa ri-fondazione porta con sé». Si tratta di ri-collocare gli studi e la formazione specialistica sul matrimonio e la famiglia quale «nodo di rete della costellazione delle istituzioni culturali che rappresentano il servizio pastorale della Santa Sede per la Chiesa universale, nel suo senso più alto e più ampio».
Seguendo quanto riconosciuto da Papa Francesco nel suo Messaggio per la giornata della pace 2017 e in Amoris Laetitia, il Cardinale Parolin ha aggiunto come la famiglia oggi si senta «più minacciata nella sua vulnerabilità, che non convocata a valorizzare la sua forza». E ha poi concluso: «La famiglia cristiana è il mediatore maieutico normale di questa missione testimoniale e amorevole della potenza della grazia che riscatta l’alleanza dell’uomo e della donna e consente di portare gli uni i pesi degli altri. Questa sussidiarietà diventa oggi cruciale per la restituzione di piena trasparenza e verità al mandato della riconciliazione con Dio: e della comunione fraterna che ne deve rappresentare l’evidenza non effimera nell’ambito della stessa comunità civile».
Anche Mons. Vincenzo Paglia, Gran Cancelliere dell’Istituto, in apertura del Dies ha richiamato il desiderio di Papa Francesco affinché – attraverso l’Istituto – «il magistero della Chiesa continuasse il suo servizio al Vangelo dell’amore». Ed ha evidenziato la responsabilità di rispondere nel modo migliore a tale richiesta: «l’Istituto Teologico Giovanni Paolo II si sente impegnato ad onorare in modo concreto la sua vocazione a rappresentare direttamente la sensibilità della Sede Apostolica e del ministero petrino per la conferma della fede comune e lo sviluppo della sua intelligenza cattolica». «L’Istituto, con il volto rinnovato dello scriba saggio del Vangelo che “trae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche” (Mt 13, 52), si accinge ora a intraprendere il cammino indicatogli».
Mons. Pierangelo Sequeri, Preside dell’Istituto, nella sua relazione ha allo stesso modo messo in luce il doppio rilievo inaugurale che quest’anno ha la rituale celebrazione di inizio d’anno: «è anche l’anno iniziale del suo nuovo progetto» ed è un inizio che «attende di essere onorato attraverso l’esercizio concreto delle sue esplicazioni pratiche, a tutti i livelli della vita dell’Istituto».
Ha poi sottolineato il Preside: «La cura della famiglia, oggi, merita l’eccellenza di uno strumento di studio capace di produrre intelligenza della fede e fermento culturale all’altezza della odierna missione della Chiesa nella città secolare».
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Photo: Tamari Teliashvili