Presentazione anteprima Report 2020 Famiglia e Povertà relazionale
di Vincenzo Paglia
Benvenuti a questa prima presentazione dell’anteprima dei risultati di ricerca che il Family International Monitor ha condotto per più di un anno sul tema “Famiglia e povertà relazionale”.
Saluto e ringrazio mons. Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, Jose Luis Mendoza, Presidente dell’Università Cattolica di Murcia, il dr. Francesco Belletti, direttore del Centro Internazionale Studi Famiglia di Milano, i rappresentanti dei centri universitari che hanno lavorato intensamente a questa indagine scientifica, i giornalisti presenti, e tutti coloro che sono collegati con questa diretta.
Nel dicembre 2018 il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, insieme con l’Università Cattolica di Murcia e il Cisf di Milano, seguendo l’ispirazione del Santo Padre che ci esortava ad allargare ed integrare lo sguardo sulle famiglie, abbiamo deciso di fondare questo Osservatorio Internazionale per dotarci di uno strumento di indagine scientifica permanente sulla realtà concreta che vivono le famiglie nelle diverse parti del mondo. Come tutti ben sappiamo le famiglie svolgono un compito determinate per le società. Possiamo dire che le tengono letteralmente in vita. Le famiglie – in tutte le diverse articolazioni – sono l’ossatura di ogni società, e dal loro stato di salute si può dedurre il grado di benessere e di prosperità economica, sociale, esistenziale presente in essa. Non sempre la politica è attenta alla straordinaria risorsa che la famiglia rappresenta per la società. Con questo Osservatorio – attraverso gli strumenti della ricerca sociale – vorremmo portare alla luce alcuni suoi aspetti perché possano essere oggetto di una più attenta considerazione.
Mi permetto di sottolineare che questo incontro accade mentre il nostro Istituto presenta il suo nuovo piano di studi che proprio ieri ho avuto il piacere dei presentare al Santo Padre. Mi preme sottolineare che da questo nuovo impianto teorico emerge il ruolo cruciale della famiglia intesa come una delle realizzazioni di quella alleanza tra l’uomo e la donna che, nella creazione, riceve da Dio il compito di custodire il creato e di essere responsabile delle generazioni. La famiglia, pertanto, nella ricchezza della costellazione delle sue relazioni e dei suoi affetti, la riconosciamo come motore della storia e pretendiamo che le sia riconosciuta tale vocazione. Per dirla in breve siamo convinti che se vanno bene le cose tra l’uomo e la donna andranno bene anche le nostre società. E, ovviamente, è vero anche il contrario. Ecco, cari amici, l’Osservatorio si iscrive all’interno di questo orizzonte.
L’esperienza della pandemia che ha improvvisamente e drammaticamente travolto le nostre vite personali, come quelle delle nostre società, le nostre economie, le nostre politiche, ha mostrato ancora una volta l’evidenza di questa verità. Osservare le famiglie, le loro storie, le vulnerabilità e le opportunità di cui sono portatrici, ci aiuta a conoscere la qualità della civiltà di un popolo, la stabilità e la forza di un paese, e allo stesso tempo ci offre qualche luce per edificare un futuro più umano per tutti.
Abbiamo scelto di inaugurare il nostro lavoro accademico partendo dal tema “Famiglia e povertà relazionale”, mentre il prossimo anno ci concentreremo sul rapporto tra “Famiglia e povertà economica”. La decisione di iniziare la nostra indagine approfondendo la dimensione relazionale non è stata casuale, riflette piuttosto l’assunto antropologico che il primo patrimonio, la prima risorsa imprescindibile dell’essere umano senza la quale ogni persona rischia di perdersi e di smarrire la propria identità è costituita dalle relazioni che nella famiglia trovano la loro prima concretizzazione.
Ci siamo voluti chiedere: quanto e come in Benin, in Libano, in Sud Africa, in Cile, Brasile, Qatar, India, Italia, Spagna, la carenza o la prosperità della dimensione relazionale influisce sul vissuto e sulle storie delle singole famiglie e sul “funzionamento” stesso delle società di cui fanno parte, e quanto da essa dipende anche sviluppo e crescita economica?
Sono convinto che provare a rispondere a queste domande in modo rigorosamente scientifico, attivando una virtuosa sinergia tra università e centri di ricerca di tutto il mondo, ci dia la possibilità di ascoltare e leggere la realtà così come essa è, provare ad interpretarla, per sperare di direzionarla con sapienza e coscienza. Grazie.