Il contributo dell’Istituto Giovanni Paolo II al Sinodo dei vescovi

“Lo sguardo accogliente di Gesù invita anche noi ad essere una Chiesa ospitale. In un tempo complesso come il nostro, emergono sfide culturali e pastorali nuove, che richiedono un atteggiamento interiore cordiale e gentile, per poterci confrontare senza paura. Nel dialogo sinodale, in questa bella marcia nello Spirito Santo che compiamo insieme come Popolo di Dio, possiamo crescere nell’unità e nell’amicizia con il Signore per guardare alle sfide di oggi con il suo sguardo; per diventare, usando una bella espressione di San Paolo VI, una Chiesa che si fa colloquio”.

Con queste parole, nel giorno di San Francesco, il Papa apre il Sinodo dei vescovi, cui partecipano con diritto di voto anche altri componenti del Popolo di Dio.

Tra i partecipanti figurano anche tre membri del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II: il Gran Cancelliere Vincenzo Paglia, il preside Philippe Bordeyne e il direttore della Cattedra Gaudium et Spes Pierangelo Sequeri.

“Lo sguardo benedicente del Signore – dice il Papa – invita anche noi a essere una Chiesa che, con animo lieto, contempla l’azione di Dio e discerne il presente” non affrontando “le sfide e i problemi di oggi con uno spirito divisivo e conflittuale ma che, al contrario, volge gli occhi a Dio che è comunione e, con stupore e umiltà, lo benedice e lo adora, riconoscendolo suo unico Signore”.

Molte di queste sfide riguardano proprio la famiglia, ed è proprio su questi temi che l’Istituto Jp2 si prepara a dare un importante contributo ai lavori del Sinodo.

“I rapporti continentali del cammino sinodale che stiamo vivendo dimostrano una più grande disponibilità e lucidità per individuare le sfide per la missione, e il discernimento che deve ancora essere approfondito” spiega il preside Philippe Bordeyne in un articolo pubblicato nei giorni scorsi su Avvenire. “Le realizzazioni rese possibili dall’attuale processo sinodale – prosegue – confermano che ci vuole tempo perché ci sia un cambiamento profondo nel modo di guardare la realtà vissuta dalle famiglie, soprattutto perché alcuni fenomeni sociali tendono ad accentuarsi. Il documento di lavoro per l’assemblea sinodale dell’ottobre 2023 fa riferimento alla tensione tra amore e verità nell’accogliere le persone in situazioni affettive e familiari complicate”.