Abitare oltre i limiti della propria casa

Si chiama Abitare oltre i limiti della propria casa. Famiglia, comune, fraternità  e si è svolto venerdì 19 novembre il primo appuntamento del ciclo di convegni organizzati dal Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II in occasione dell’Anno Famiglia Amoris Laetitia, indetto da papa Francesco nel quinto anniversario dell’esortazione apostolica sulla gioia dell’amore familiare.

Gli incontri, di alto profilo accademico, hanno l’obiettivo di approfondire e fornire spazi e tempi di riflessione su tre categorie centrali del documento: Comune, Discernimento, Tradizione.

Il primo appuntamento, organizzato in collaborazione con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la vita e la Diocesi di Roma è stato incentrato sul ruolo dell’amore familiare nella trama del comune e della fraternità universale.

Il convegno si è aperto alle 9.00 nell’auditorium “Carlo Caffarra” dell’Istituto con una prima parte che ha visto il saluto del preside Philippe Bordeyne e l’introduzione ai lavori di Vincenzo Rosito, direttore degli studi del Jp2.

Nella mattina è stata articolata l’idea portante dell’intero convegno: descrivere e promuovere il ruolo dell’amore familiare nella trama del comune e della fraternità universale.

“La prospettiva metodologica generale – spiega Pierangelo Sequeri, direttore della Cattedra Gaudium et Spes –  è quella di collegare e far dialogare Amoris laetitia con Fratelli Tutti. Lo scopo della prima parte è disegnare lo scenario biblico e concettuale per una riflessione condivisa su famiglia e comune. Gli interventi si focalizzeranno pertanto su due concetti cardine: abitare quale gesto propriamente familiare, attraverso il quale è possibile «suscitare il sentimento del mondo» (AL 276); ospitare come pratica che è allo stesso tempo domestica, sociale e politica”.

“Occorre immaginare  «un’educazione al saper “abitare”, oltre i limiti della propria casa» (AL 276). Perché «Abbiamo bisogno di costituirci in un noi che abita la casa comune» (FT 17)”.

Le relazioni sono state affidate ad Anne-Marie Pellettier del Centre Sèvres di Parigi (Quando Dio allarga gli spazi: inclusione e accoglienza nella prospettiva biblica), Stella Morra della Pontificia Università Gregoriana di Roma (Oltre il pubblico e il privato. Famiglia, Chiesa e società nello spazio del comune) e Mirja Kutzer dell’Università Kassel in Germania (Fare il bene nella grande città. Abitare i confini della casa e gli spazi del mondo).

Nel pomeriggio, a partire dalle 15, ci si è soffermati invece sulle “pratiche” e sui “luoghi” del comune. Si è riflettuto pertanto su alcuni gesti personali, familiari e comunitari.

“Il comune viene inteso non come un bene o uno status conquistato una volta per tutte, ma come processo creativo e inclusivo. Per la vita delle famiglie è fondamentale riscoprire il comune quale modalità di accesso non proprietaria ai beni e agli spazi del vivere, così come è importante riattivare i processi di cura in quanto assunzione di responsabilità ed esercizio di prossimità anche verso la casa comune o in favore delle generazioni future”.

La sessione è stata moderata da Stephan Kampowski, docente dell’Istituto, e ha visto le relazioni di Pier Davide Guenzi dell’Istituto Giovanni Paolo II (Prendersi cura: guarire le ferite rigenerando le relazioni sociali), Isabella Guanzini della Katholische Privat-Universität di Linz (Tra ospitalità domestica e amicizia sociale) e Marcello Neri dell’Istituto Superiore di Scienze dell’Educazione e della Formazione “Toniolo” di Modena (Famiglie e innovazione sociale: Amoris laetitia e Fratelli Tutti).

Le conclusioni sono state affidate al vescovo Dario Gervasi, Delegato per la pastorale familiare della Diocesi di Roma.

Il convegno è stato trasmesso in streaming sul canale youtube e il profilo facebook dell’Istituto in italiano, in francese e in inglese.

LE IMMAGINI DI ROMANO SICILIANI 

LE IMMAGINI DI ARNALDO CASALI

UN ORDINE DINAMICO DELLA MUTUALITA’ di Vincenzo Rosito

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