La mente ostile – intervista a Milena Santerini

di Laura Sedda 

Non dobbiamo essere solo spettatori passivi: possiamo agire, sono tanti, troppi gli episodi per cui ho pensato non si può andare avanti così, la gente deve sapere.
Questo è il messaggio che la pedagogista Milena Santerini ha voluto comunicare ieri durante la conferenza in streaming dedicata al suo libro, “La mente ostile. Forme dell’odio contemporaneo”, ospitata nella quattordicesima edizione del Cagliari Festival Scienza.
In questo libro, la direttrice del Coordinamento nazionale per la lotta contro l’Antisemitismo affronta lo svilimento e il risentimento verso il prossimo, cercando una soluzione: stranieri, ebrei, rom, donne, omosessuali, sono diversi i destinatari del disprezzo. Tuttavia l’odio non appartiene all’uomo per natura; ma allora perché l’odio è tanto diffuso? Cosa spinge le persone ad alimentare questi comportamenti?
«L’uomo è per natura empatico – dice la pedagogista – tuttavia, ciò non garantisce il suo essere buono. Quando si tratta di un tornaconto, l’uomo dimentica molto facilmente la sua empatia naturale, arrivando addirittura a schiacciare chi lo intralcia».
Ma quindi, cosa si può fare per fermare quest’ odio innaturale?
«Bisogna innanzitutto comprendere che le parole hanno un peso e che possono influenzare la vita delle persone sia positivamente che negativamente, si può essere empatici o meno. Si può scegliere. Internet è uno dei maggiori “luoghi” di diffusione dell’odio e, dobbiamo agire concretamente per contrastare l’hate speech, il cyberbullismo e tutte le forme di negatività che purtroppo trovano ampio spazio nella rete».
L’autrice lascia anche un altro messaggio: si può partire da qualcosa di tanto banale come un libro per fare la differenza e non essere solo spettatori passivi.

(L’Unione Sarda)