Rischio autoreferenzialità – la sfida per rendere accessibille a tutti la rivelazione

di Giovanni Cesare Pagazzi

Lo scorso 5 maggio, presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II, si è tenuto un “concerto teologico” a tre voci, note come i famosi “tre tenori” di qualche decennio fa. L’occasione era il quarantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto. L’evento, a cura della cattedra Gaudium et Spes aveva per titolo “Oggi e domani: immaginare la teologia. Per una rifondazione epistemologica”.

Il compito di immaginare il sapere della fede è stato indicato a più riprese dal magistero di papa Francesco in Veritas gaudium, ha richiamato non solo l’originaria e imprescindibile spinta missionaria della teologia, ma ne ha pure evidenziato caratteristiche che aprono orizzonti, tempi, modalità e luoghi per onorare, con fedeltà creativa, il dovere di spiegare le ragioni delal speranza che freme nei battezzati. Anche la teologia deve contribuire, nel modo che le è proprio, alla fraternità umana di cui quella cristiana è sacramento.

I “tre tenori” erano Christoph Theobald, Elmar Salmann e Pierangelo Sequeri, figure embelmatiche della teologia contemporanea; distinti per solida competenza, originalità e sensibilità ecclesiale. Introdotti dal gran cancelliere monsignor Vincenzo Paglia e moderati dal garbo intelligente di Lucia Vantini. L’incontro si è svolto davanti al ridotto numero di uditori consentito, ma con un pubblico digitale di diverse centinaia di ascoltatori in Italia e nel mondo e 6000 visualizzazioni.

L’intervento di Theobald verteva su “La teologia e il magistero dal Conclio Vaticano a oggi: esperienze di reciprorcità e possibilità di futuro”. L’esordio dichiarava fin da subito l’ipotesi di lavoro: “La reciprocità tra teologia e magistero cattolico fa parte della storicità della tradizione cristiana e non può essere affrontata adeguatamente senza metterla in relazione con il soggetto collettivo di quella traidizione: la Chiesa. Quando una di queste tre istanze si muove, anche le altre si muovono”.

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