Mons. Sequeri su Avvenire “Dialogo e confronto con tutte le scuole di pensiero presenti nella #Chiesa”
di Luciano Moia
Il Motu proprio con cui papa Francesco istituiva il ‘nuovo’ Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II è datata 8 settembre 2017. Ora, quasi due anni dopo, siete pronti per voltare davvero pagina. Cosa cambia in concreto?
Diciamo in realtà, che si tratta di scrivere il “volume 2” della storia dell’Istituto, più che di voltare semplicemente una pagina. In questa chiave, si tratta anzitutto di rendere più agile ed efficace la capacità istituzionale del nuovo Istituto di far fronte alle istanze che hanno raccomandato la “rifondazione”: il dialogo e il confronto più ampio con tutte le scuole di pensiero della Chiesa cattolica, nell’interesse per la elaborazione di strumenti di intelligenza teologicamente condivisibili e pastoralmente adeguati alla contemporaneità; la costituzione di un soggetto accademico in grado di interloquire, in modo competente e senza soggezione, con le nuove frontiere e le dialettiche interne agli sviluppi impetuosi delle scienze umane. Gli obiettivi comportano ampliamenti mirati dell’organico docenti e nuovi strumenti di personalizzazione dei piani di studio, che sono in fase di definizione e organizzazione operativa.
Esagerato definire il nuovo Istituto come una vera e propria “università della famiglia” a 360 gradi, attrezzata, come auspicava il Papa, “sia in ordine alle nuove dimensioni del compito pastorale e della missione ecclesiale, sia in riferimento agli sviluppi delle scienze umane e della cultura antropologica in un campo così fondamentale per la cultura della vita”? Nasceranno nuove cattedre con nuovi insegnanti?
L’immagine “universitaria” non mi sembra affatto esagerata: del resto, è il nucleo dell’ispirazione di Giovanni Paolo II. Tecnicamente, più che una Università, sarà un Istituto specialistico di alti studi, come ce ne sono nell’ambito universitario mondiale più avanzato, che svilupperà una partnership sinergica e qualificata con la Pontificia Università lateranense. Di certo, comunque, l’ampliamento a “360 gradi” del tema stesso, imposto dagli sviluppi della centralità del matrimonio e della famiglia come questione le cui implicazioni investono ormai la globalità della forma antropologica ed ecclesiale, sarà il focus del nuovo corso dell’Istituto. Perché è il focus del nuovo corso della cultura globale della vita e della sua evangelizzazione. In questo senso saremo l’università della famiglia del Papa, certamente.
Papa Francesco, sempre nel Motu proprio, esortava l’Istituto “a intrecciare relazioni con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, con il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e con la Pontificia Accademia per la Vita”. In che modo si realizzeranno queste collaborazioni?
Le collaborazioni, in verità, sono già attive. Esse hanno rappresentato un capitolo importante del “lavoro preparatorio” che abbiamo compiuto in questi due anni, intanto che si andavano definendo i criteri del nuovo assetto dell’Istituto. Le relazioni con la Congregazione per l’Educazione Cattolica, che ha mostrato grande disponibilità a ricercare la soluzione migliore per il collegamento della specifità dell’Istituto con l’ambito generale dell’accademia ecclesiastica aggiornata da Evangelii gaudium, sono ottime e costanti. La collaborazione con il Dicastero per il laici, la Famiglia e la Vita, anche in ragione della sua stessa recente costituzione, ha posto le premesse di conoscenza reciproca e di presenza istituzionale dell’Istituto, che ora potranno svilupparsi in termini di fattiva armonia di cooperazione e di offerta specialistica di comptenza. Infine, il rapporto con la Pontificia Accademia per la Vita, che ha a sua volta concrete basi istituzionali (il Presidente è Gran Cancelliere dell’istituto e il Preside è membro del Direttivo), si sviluppaerà ulteriormente con il reclutamento di specialisti nell’organico delle docenze dell’Istituto.
In che modo il magistero di papa Francesco sulla famiglia, in particolare l’esortazione Amoris laetitia, troverà spazio nei piani didattici dell’Istituto? Ci sarà modo, ad esempio, di approfondire i temi del capitolo VIII che tanti dibattiti hanno sollevato?
L’esortazione Amoris laetitia, naturalmente, è già stata iscritta nell’ambito degli insegnamenti e dei contributi che qualificano i riferimenti nmagisteriali dell’insegnamento e le occasioni di approfondimento della ricerca nei seminari e nei contributi dei docenti. Di certo, l’integrazione di nuovi docenti e la rimodulazione dei piani di studio, consentita ora dai nuovi statuti, consentirà un adeguato sviluppo di riflessione e di approfondimento, anche sui temi di discussione fra i teologi. La centralità dell’insegnamento magisteriale di Amoris laetitia, che deve orientare l’intelligenza teologica e pastorale della condizione famigliare – anche nelle sue congiunture più problematiche – deve sicuramente assumere l’evidenza che compete all’espressione autorevole del magistero vivente della Chiesa.
In questi mesi, in attesa dell’approvazione degli statuti, sono già state avviate comunque iniziative importanti. Penso per esempio al Family International monitor. Esperienze di questo tipo verranno incrementate?
Il “monitor” internazionale è certamente uno strumento – ormai operativo – al quale attribuisco molta importanza, anche dal punto di vista strategico, fra gli strumenti destinati ad elevare il patrimonio di conoscenza della realtà che è oggetto della nostra specializzazione. La dotazione di strumenti di questo tipo, in collegamento con le sitituzioni universitarie del mondo, riscuote grande apprezzamento: sia come elemento di qualificazione del sapere teorico prodotto dall’accademia, sia per il servizio che contestualmente rende fruibile a tutti. Un altro strumento già attivato nell’Istituto, che verrà decisamente potenziato e sviluppato nel nuovo assetto, è la Cattedra di indirizzo “Gaudium et spes”, che è specificamente indirizzata alla promozione di iniziative destinate alla storia degli effetti dell’ispirazione conciliare sugli sviluppi della cultura teologia e pastorale contemporanea. Nel solco di queste proiezioni, è in fase di avanzata elaborazione, l’approntamento di un archivio digitale della bibligoafia monsul matriomonio e famiglia e di un progetto di corsi on-line, che mettano in circolazione la presentazione di testi e temi fondamentali della ricerca e della formazione messe a punto dall’Istituto (il primo sarà proprio un corso fondamentale sull’insegnamento di Amoris laetitia).
Avvenire, 19 luglio 2019