Osservatorio – Newsletter luglio 2019

EDITORIALE:

L’amore e l’innamoramento: costruire la felicità familiare sin dal fidanzamento.

Micaela Menárguez Carreño – Direttrice del Master Ufficiale in Bioetica della UCAM

Un autore del Medioevo dice che l’amore è il regalo essenziale e che tutto ciò che ci viene dato in più senza meritarlo si converte in regalo in virtù dell’amore.

Amare qualcuno significa volere il suo bene. Lo disse già Aristotele.  Innamorarsi è una cosa diversa. Ortega y Gasset diceva che l’innamoramento è un impatto emotivo che si verifica quando si conosce una persona e se ne rimane affascinati. Ma l’innamoramento non è amore. È una condizione necessaria ma non sufficiente per l’amore.

Quando un giovane vuole sapere se ama la propria fidanzata, deve necessariamente porsi una domanda: Voglio il meglio per lei anche se questo rappresenta un inconveniente per me? Sono disposto ad anteporre il suo bene al mio? Se la risposta è affermativa, allora sì, la ama. Se dubita, invece, nel suo presunto amore vi è una dose importante di egoismo e di ricerca di sé stesso. Analogamente, quando vogliamo sapere se una persona ci ama, dobbiamo unicamente chiederci se quella persona desidera il nostro bene al di sopra di ogni cosa. Quando in una coppia di fidanzati uno rinuncia a ciò che desidera per il bene dell’altro, e questo avviene in modo reciproco, l’altra persona diviene il senso della sua vita. Ed allora, solo allora, sopraggiunge l’impegno. Ci si innamora, volenti o nolenti, perché l’innamoramento è involontario. Ma si ama solo se lo si desidera. Perché per l’amore è un ingrediente necessario che è come una bacchetta magica, che trasforma in amore ciò che l’innamoramento ci fa provare. Quella bacchetta magica è la volontà.

Non ci si può sposare unicamente perché ci si è innamorati, perché potremmo innamorarci di chiunque incroci il nostro cammino. In ciascun caso dobbiamo fare un’analisi razionale relativa alla persona oggetto del nostro innamoramento. La cosa più importante è conoscerla e scoprire se abbiamo affinità essenziali, ovvero, lo stesso modo di vedere la vita nel senso più profondo. Se abbiamo gli stessi ideali. Un carattere compatibile.

In un’epoca sentimentale come la nostra, queste idee possono sembrare contrarie alla corrente dominante. Ma se ci pensiamo bene, molti matrimoni falliti sono dovuti ad una scarsa conoscenza dell’altro, a causa di un evidente deficit di comunicazione nel corso del fidanzamento e del matrimonio.

Si conosce l’altro parlando, nel corso del tempo, con calma, disponendo di molte ore. Non ho trovato un modo più efficace e più bello per spiegare questo concetto che facendo ricorso a “Il Piccolo Principe” di Saint-Exupéry. Nel capitolo in cui incontra la volpe, quest’ultima gli propone di essere amici, e il Piccolo Principe le chiede – «Cosa significa essere amici?» – «Vuol dire creare dei legami» – risponde la volpe, e spiega: «In principio tu ti sederai un po’ lontano da me e mi osserverai. Ma ogni giorno ti avvicinerai un po’, finché potrai sederti accanto a me». La volpe si siede accanto a lui una volta ottenuta la sua fiducia, una volta diventati amici. Così inizia una relazione sincera e che dura per sempre. Allo stesso modo inizia quella forma di amicizia privilegiata che è il matrimonio. In seguito, nel libro di Saint-Exupéry, il Piccolo Principe parla dell’amore quando parla della sua rosa. Dice che la sua rosa è unica perché l’ha innaffiata, se n’è preso cura, l’ha coperta con un paravento e l’ha protetta dai bruchi. Perché è la sua rosa. Riconosce che il tempo dedicato alla sua rosa, prendendosene cura, fa sì che questa sia così importante, così unica, così come unico è il nostro coniuge, una volta che abbiamo deciso di consegnargli la nostra vita.

“Amore significa affidare le pareti del proprio cuore ad un altro abitante”. Lo dice il personaggio di Anna ne “La Bottega dell’Orefice”, opera teatrale di grande profondità di Wojtyla.

Oggi abbiamo un’ulteriore difficoltà per raggiungere questo obiettivo, e sono gli schermi. Non è raro entrare in una casa e trovare ciascun membro della famiglia concentrato su uno schermo differente. La comunicazione richiede che si spenga lo schermo, che ci si guardi negli occhi, e che si rivolga la propria attenzione completa all’altro, che è la cosa più importante in quel momento.

Questo atteggiamento e queste abitudini sono essenziali sin dal fidanzamento, che è il momento in cui si inizia a costruire l’amore. Così scopriremo se l’altro è la persona adeguata per condividere con noi il cammino della vita, per formare una famiglia. Potremo sperimentare l’enorme piacere che si prova nello scoprire che non ci si sentirà mai più soli, che accanto a noi ci sarà sempre qualcuno che ci ama e che, nonostante le difficoltà, ci ha dato la sua vita per sempre. E noi gli abbiamo dato la nostra.

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La speranza dei poveri non sarà mai delusa

Il 13 giugno 2019 è stato pubblicato il Messaggio per la Giornata dei poveri, un appuntamento di crescente importanza nell’agenda ecclesiale, un grido di dolore sempre drammatico. “Incontriamo ogni giorno famiglie costrette a lasciare la loro terra per cercare forme di sussistenza altrove; orfani che hanno perso i genitori o che sono stati violentemente separati da loro per un brutale sfruttamento; giovani alla ricerca di una realizzazione professionale ai quali viene impedito l’accesso al lavoro per politiche economiche miopi; vittime di tante forme di violenza, dalla prostituzione alla droga, e umiliate nel loro intimo. Come dimenticare, inoltre, i milioni di immigrati vittime di tanti interessi nascosti, spesso strumentalizzati per uso politico, a cui sono negate la solidarietà e l’uguaglianza? E tante persone senzatetto ed emarginate che si aggirano per le strade delle nostre città?”

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Report Onu sugli SDG, siamo lontani dallo sconfiggere la povertà

Verrà presentato a fine luglio all’ONU il documento di monitoraggio sui progressi compiuti relazione ai 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Nell’abstract pubblicato in fase preparatoria vengono presentate alcune considerazioni del Segretario Generale Antonio Guterres e i dati relativi a ogni singolo obiettivo dell’Agenda. La considerazione di fondo del documento è che, sebbene su alcuni importanti obiettivi siano stati fatti progressi, in linea di massima l’andamento dei progressi non è così veloce da garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda.

Uno degli obiettivi in cui si registrano le maggiori criticità è proprio il Goal 1, che mira a eliminare ridurre la povertà estrema a meno del 3% entro il 2030. Secondo i dati ONU, la povertà estrema è costantemente diminuita, passando dal 36% della popolazione mondiale nel 1990 al 16% nel 2010, al 10% nel 2015. Nel 2018 l’8,6% della popolazione mondiale vive ancora in povertà estrema, con un rallentamento nella diminuzione dei tassi.

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La povertà in Europa. Un documento per non lasciare indietro nessuno

ATD Fourth World è un movimento internazionale, nato in Francia nel 1957 e presente oggi in 30 Paesi, che mira a sconfiggere la povertà attraverso l’accesso di tutti ai diritti fondamentali. Nel position paper Towards a Europe that Leaves No One Behind vengono analizzati I dati sulla povertà in Europa e vengono fatte alcune raccomandazioni.

In Europa i poveri sono 113 milioni, una cifra in crescita anche nel 2017. Le politiche europee risultano ancora del tutto inadeguate per far fronte ai cambiamenti sociali registrati in questi anni.

Nella sua premessa, il documento chiede ascolto ed empowerment delle persone povere, riconoscendole invece come attori chiave nei processi di costruzione delle politiche a contrasto della povertà.

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