XVII Colloquio Teologia Morale “Intelligenza d’amore”

CHIESA IN USCITA IN TEOLOGIA MORALE

CITTA’ DEL VATICANO, 20 novembre. “Chiesa in uscita” in teologia morale, perché l’attenzione al prossimo supera le strettoie imposte da una legge solo esteriore ed è capace di collegare le azioni con il loro autore. È necessario un “passo avanti” rispetto alla tradizionale visione della “casuistica” medievale e post-tridentina secondo cui la legge morale e la coscienza della persona si presentavano come due avversari in terna lotta. Oggi ci aiuta una “pedagogia” del bene che porti le persone a riconoscere la verità cristiana, senza più imposizione di regole. Sono le conclusioni del 17esimo Colloquio di Teologia Morale sul tema “Intelligenza d’amore. Una nuova epistemologia morale oltre la dialettica tra norma e caso” che si è svolto a Roma, nel fine settimana, nella sede del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia (Pontificia Università Lateranense).

Al Colloquio hanno partecipato studiosi dalle Facoltà teologiche italiane e dall’estero; tre le sessioni: “Universalità della legge e concretezza della vita”; “Il soggetto moderno: coscienza e casi”; “Prudenza, amore e vita compiuta”.

“Occorre compiere un passo avanti in teologia morale” ha detto il prof. don Livio Melina nelle conclusioni, rispetto “agli schemi della morale post-tridentina, che contrapponeva coscienza e legge come due avversari che si combattono alla conquista degli atti umani”. In particolare – ha aggiunto – la visione tradizionale in morale “non può che vedere i singoli atti nella loro frammentazione, senza cogliere la dinamica pratica in cui il soggetto svolge la sua identità narrativa”.
E così “si rischia di cadere nell’arbitrario, per cui tutto il tema della morale sarebbe l’atteggiamento del moralista inteso come
giudice: rigoristi contro lassisti. È uno scenario già ampiamente sperimentato dalla Chiesa, ma che ai nostri giorni si è complicato per l’apparire della coscienza emotivista, nella quale il problema non è nemmeno più quello della certezza soggettiva, che sostituisce la apertura alla verità, ma piuttosto l’autoreferenziale e indiscutibile ‘io mi sento così’ ”.

La sfida che raccoglie una “Chiesa in uscita” risponde alla necessità di “ricostruire il soggetto morale cristiano”. “La vera misericordia che ci è richiesta nel nostro compito ecclesiale di teologi della morale – ha concluso il prof. Melina – è quella che sa cogliere le dimensioni radicali della miseria del prossimo ferito ai bordi della strada. È questo il passo in avanti che siamo chiamati a compiere.
Non è con false rassicurazioni, con sconti sulla legge o con teorie delle eccezioni, non è con l’autoreferenzialità della coscienza soggettiva, che si viene davvero incontro a questa miseria, ma con un’autentica pedagogia dell’amore e delle virtù, che permette al soggetto di riconoscere la verità sul bene come misura della sua dignità personale e gli insegna a non compiacersi del suo male, ma piuttosto, con l’aiuto della grazia, a risollevarsi per rimettersi in cammino verso il compimento che gli è promesso”.

Da segnalare, tra i prossimi appuntamenti del Pontificio Istituto Teologico, la nuova edizione – la Decima – delle Wojtyła lectures sul tema “La presenza della donna nella Chiesa e nella società”, a cura della Prof.ssa Lorella Congiunti, Ordinario di Filosofia della Natura, Pontificia Università Urbaniana. Il Seminario si svolge dal 4 al 6 dicembre dalle 15 alle 17 si conclude con una Conferenza pubblica mercoledì, 6 dicembre 2017 dalle ore 17.00 alle ore 18.30 Sede dell’evento: Auditorium Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, Piazza S. Giovanni in Laterano, 4
00120 Città del Vaticano

Ufficio stampa: Fabrizio Mastrofini

Città del Vaticano, 20 novembre 2017